Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento scrive al Sindaco di Firenze Dario Nardella
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Gentile Sindaco,
ricorre quest’anno – come è noto – il centenario della conclusione della prima guerra mondiale: la Grande Guerra; che desidereremmo fosse degnamente ricordato anche nella nostra Città, con le iniziative che verranno ritenute più opportune, da un convegno, a una serie di conferenze, a una manifestazione.
Sarebbe auspicabile che emergesse il ruolo spesso determinante dell’Italia in quegli anni: dall’iniziale neutralità – sostenuta da grandi liberali quali Giovanni Giolitti e Benedetto Croce – che, appena dichiarata, consentì alla Francia di traslocare al nord truppe indispensabili per la battaglia della Marna, alla nostra partecipazione al conflitto, dall’Isonzo al Carso, ai monti del Trentino, fino alle tre battaglie del Piave, da quella di arresto dell’invasione nemica, a quella del solstizio, a quella di Vittorio Veneto, tutte e tre determinanti per la resistenza e poi per la vittoria non solo dell’Italia ma di tutta l’intesa nell’autunno del 1918.
L’Italia seppe, in quegli anni, soprattutto dopo la drammatica ritirata di Caporetto, “resistere, resistere, resistere”, sostenendo i suoi alpini, i fanti contadini, i cinque milioni di soldati e ufficiali combattenti in grigioverde.
La Grande Guerra vide la violenza e gli errori – su tutti i fronti – di strategie militari perverse, ma anche le capacità e il coraggio di tanti combattenti. Accanto ad alti ufficiali quantomeno discutibili, se non peggio, ci furono altri ufficiali – la maggior parte – che nelle trincee seppero essere di conforto, istruzione, guida ai soldati, ai nostri soldati, vivendo accanto a loro e combattendo davanti a loro.
Una ricostruzione storica documentata potrà mettere in evidenza luci ed ombre di quelle che furono le decisioni dei governi e della guida dello Stato, allora monarchia costituzionale, potrà raccontare e analizzare l’atteggiamento delle correnti politiche, socialiste e liberali, il comportamento dei cattolici, dei sindacalisti rivoluzionari, dei cristiani evangelici, dei massoni, degli ebrei, le idee degli irredentisti risorgimentali e degli irredentisti democratici.
Insieme il pensiero andrà naturalmente anche alle migliaia di volontari che, coerenti con gli ideali del nostro Risorgimento, scelsero di combattere per l’unità, le libertà, l’indipendenza della Patria, convinti di contribuire, così, con l’abbattimento di quelli che erano gli imperi centrali, all’unità, alle libertà, all’indipendenza delle altre Patrie.
Cento anni fa la Grande Guerra chiamò l’Italia alla prima, drammatica prova della sua storia di nazione giovanissima. Terribile prova, alla quale la nostra Nazione riuscì a resistere, superandola, vincendola, con i soldati al fronte, mentre le donne, allora, vollero e seppero farsi carico della vita quotidiana del Paese. Dall’attività delle scuole al funzionamento dei servizi pubblici. Con dedizione. Tutte. Dalle portatrici carniche alle animatrici dei comitati di assistenza e di soccorso, alle maestre elementari, alle migliaia e migliaia di crocerossine straordinarie infermiere volontarie negli ospedali.
Tutto questo, signor Sindaco, pensiamo che meriti di essere ricordato; in particolare nella nostra Firenze, che fu protagonista di giornate difficili e memorabili.
A tal fine chiediamo a Lei, signor Sindaco,, all’Amministrazione tutta, al Consiglio Comunale, di prevedere, incoraggiare, promuovere giornate di documentazione e di studio, nelle scuole in modo particolare.
Chiediamo inoltre di spendere il nome e il prestigio della nostra Città affinché il prossimo 4 Novembre sia dichiarato, almeno in questo anno centenario, festa nazionale.
Chiediamo che i luoghi delle Istituzioni e della Memoria – da Palazzo Vecchio ai Parchi della Rimembranza, ai principali monumenti cittadini – siano in quei giorni imbandierati e comunque onorati.
Fiduciosi nella Sua attenzione, con viva stima La ringraziamo, inviando distinti e cordiali saluti a Lei, ai signori assessori, al Consiglio Comunale.
Comitato Fiorentino per il Risorgimento
Adalberto Scarlino