Centro Matteucci per l’Arte Moderna Via Gabriele D’Annunzio 28 Viareggio
Valeria Ronzani Corriere Fiorentino 7 gennaio 2021
Fino a fine gennaio al Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio (via Gabriele d’Annunzio, 28) si può visitare su prenotazione la mostra «Accadde in Versilia. Il tempo di Nomellini e Viani», una mostra prodotta dalla Società di Belle Arti di Viareggio
Anche questo è accaduto in Versilia, una pandemia che ha chiuso tutto. Né poteva sottrarsi a qualcosa che coinvolge il mondo intero. Così, a Viareggio passeggiata deserta e locali chiusi. Ma c’è chi non si arrende. Se avete urgenza di un’iniezione di arte, telefonate al Centro Matteucci per l’arte moderna (0584.430614) e prenotate una visita alla mostra Accadde in Versilia, il tempo di Nomellini e Viani, ancora fino a tutto il mese di gennaio, come ci assicura Giuliano Matteucci.
Prodotta dalla Società di belle arti di Viareggio, l’esposizione propone più di trenta opere, anche di collezionisti privati raramente esposte, per immergersi in una terra magica, un paesaggio fatato che purtroppo non esiste più. Celebri i versi di Gabriele d’Annunzio, che della Versilia declama: «Tre disse quivi immense parole il Mistero del Mondo, pel Mare pel Lito per l’Alpe, visibile enigma divino che inebria di spavento e d’estasi l’anima umana». Forse è anche in funzione consolatoria che si rievocano quei climi. Plinio Nomellini fu la personalità accentratrice, sempre in bilico fra Divisionismo e Simbolismo, di questa terra incantata. «Divina» la definiva l’artista, e l’intima, poetica ispirazione ben si esprime nella immaterialità di quel liquido colore del Ragazzo sulla spiaggia del 1910.
Ma il rimpianto per quell’oasi felice è controbilanciato dal ricordo della miseria e dalla durezza delle condizioni di vita di quei luoghi, che trovano degno cantore in un artista potentissimo, che da lì si pone come uno dei protagonisti dell’arte europea di quei decenni, Lorenzo Viani.
Lorenzo Viani Darsena 1909
Creatura di Nomellini, diviene il cantore potente degli umili, della fatica del lavoro, della tragedia del mare. Ma c’è un altro grande protagonista della Versilia in quegli anni, il suo nome è Giacomo Puccini, che nell’oasi di Torre del Lago trovava ristoro alle pressioni della sua enorme fama. La villa, che conserva le sue spoglie mortali, è ora un museo a lui dedicato. Nella sua vita torrelaghese c’era però ben altro. Ecco lo schizzo di Ferruccio Pagni del capanno sede del «Club la Bohème», accolita di amici artisti che si riunivano attorno al genio lucchese.
Pagni, insieme a Francesco Fanelli, era uno di questi, come testimoniato dalla fotografia esposta.
Di Puccini anche lo schizzo a firma Lina Rosso, che ne ritrae i tratti del volto nel 1918. Un olio del 1900 di Adolfo Tommasi ritrae la magia delle Apuane da Torre del Lago.
Francesco Fanelli Lavandaie sul lago 1898
Lì nel 1902 si era trasferito Plinio Nomellini reduce dalla trasferta genovese, per atterrare nel 1908 a Viareggio, lungo la fossa dell’Abate. Intorno a lui un nucleo di pittori ormai in grado di affrancarsi dalla sua lezione, quelli che Diego Martelli definì «Impressionisti livornesi». In prima fila appunto Fanelli e Pagni, ma in mostra abbiamo testimonianze pittoriche anche di Ulivi Liegi con una Spiaggia di Viareggio, risalente al 1917, a dimostrare i debiti all’arte di Nomellini. E Fanelli nel 1905/10 ritrae la poesia di un’istantanea di vita della darsena di Viareggio. Quanto diversa dal dolore della fatica dei pescatori di Viani.
Ulvi Viegi Marina a Viareggio 1910