Ricasoli succede a Cavour. Di Maurizio Lupo da La Stampa del 9 giugno.
L’opera di Cavour non dovrà mai essere dimenticata». E’ quanto afferma il Comune di Torino domenica 9 giugno 1861, nel farsi promotore di una sottoscrizione per realizzare un monumento alla memoria dello statista. Nelle stesse ore Re Vittorio Emanuele II si accinge a scegliere chi sarà il successore del Conte, alla guida del governo. Si mormora che dopo essersi congedato dall’agonizzante Cavour, si sia recato in Savoia, per incontrare l’imperatore dei francesi Napoleone III, al fine di concertare la comune politica dopo il trapasso del Conte. La notizia circola con insistenza per Torino, ma non viene smentita né confermata dalla Corona. Certo è che il Re, assente ai funerali del Conte, è riapparso a Palazzo Reale in mattinata. Qui convoca alle ore 17 il barone toscano Bettino Ricasoli.
Dopo un lungo colloquio gli ha conferito l’incarico di formare un nuovo governo. Ricasoli ha accettato, riservando a se stesso anche i ministeri degli Esteri e della Guerra. «Ho detto sì al Re – scriverà Ricasoli al fratello Vincenzo – con dichiarazione però che io cessavo di ricoprire l’incarico al momento che io credessi che non c’era più bisogno di me. Ho rifiutato paga e dichiarato che non volevo livree per questo compito». Il Re ha anche firmato il decreto che riordina le forze armate «in sei grandi comandi continentali» più uno per la Sardegna e uno per la Sicilia. L’esercito attivo verrebbe ripartito in 17 divisioni.