S’intitola «La nuova caccia all’ebreo» il pamphlet di Pierluigi Battista pubblicato da Liberilibri
Che cosa è accaduto? È accaduto che l’«ordine morale» che ha retto il mondo democratico dalla Seconda guerra mondiale in poi è crollato. Quando? Il 7 ottobre 2023. Come? Con il pogrom di Hamas in Israele, quando vennero trucidati oltre mille ebrei e sequestrati oltre trecento.
Ecco che cosa è accaduto un anno fa: gli ebrei sono stati uccisi perché sono ebrei. Ecco che cosa è accaduto che non si vuole né capire né sentire: è riapparso il male assoluto dell’annientamento dell’umano in quanto umano che ha per vittima sacrificale l’ebreo. Ma se gli ebrei sono «nuovamente» uccisi perché sono ebrei, allora, non c’è scampo per nessuno e tutti — tutti — devono essere uccisi. E dopo gli ebrei gli altri. Questa non è esagerazione. È semplicemente quanto accaduto e quanto accade letto alla luce dell’«ordine morale» della seconda parte del Novecento che ora, però, non vale più. E così anche se siamo di fronte allo sterminio dell’ebreo in quanto ebreo non lo si vede — non lo si vuol vedere — perché l’antisemitismo è mascherato da antisionismo, il terrorismo di Hamas è scambiato per liberazione, il fondamentalismo di Teheran e Hezbollah è giustificato perché antiamericano. Umberto Terracini, padre costituente, comunista, dopo la Guerra dei sei giorni disse: «La crociata contro Israele è l’ultima incarnazione dell’antisemitismo». In pochi, nel suo partito, gli diedero retta. Eppure, la barriera resse. Il tabù non fu infranto.
Oggi no. E così la crociata contro Israele è stata sdoganata. Incredibile. Ma così è. Lo dobbiamo dire a noi stessi se vogliamo dirlo alle giovani generazioni e a quanti, credendo di difendere Palestina e palestinesi, ne giustificano invece il massacro lasciandoli nelle mani di Hamas. Fanatismo ideologico che alimenta la «nuova» caccia all’ebreo. Pierluigi Battista con l’appassionato e al contempo rigoroso pamphlet edito da Liberilibri, La nuova caccia all’ebreo, urla al mondo il suo dolore e la sua incredulità — «sono spaesato» — che sono duplici: per gli ebrei e per la sinistra. Il testo di Battista è ricavato dai suoi articoli e questa natura giornalistica, che sembrerebbe un limite, è invece un pregio. Per la qualità civile del suo giornalismo e perché fornisce elementi di cronaca — le sinagoghe bruciate, gli studenti ebrei cacciati dalle università, i passeggeri ebrei inseguiti negli aeroporti, la paura e il nuovo senso di solitudine degli ebrei anche in Italia — che fanno risaltare come ciò che non doveva accadere «mai più», come si ripete ogni 27 gennaio Giornata della Memoria, sta invece accadendo sotto i nostri occhi e — ecco il punto — coloro che avrebbero dovuto difendere gli ebrei si sono rivelati loro accusatori: «La cultura democratica ha abdicato al suo ruolo». Non solo. L’abdicazione è diventata omissione e l’omissione sottomissione manipolazione dell’antisionismo come maschera della nuova caccia agli ebrei.
Quasi vent’anni fa Vittorio Foa aveva previsto l’imprevedibile quando disse di non essere d’accordo con la istituzionalizzazione della Giornata della Memoria perché — riassumiamo il suo pensiero — non è la cultura viva a doversi fondare sulle istituzioni ma sono le istituzioni a doversi fondare sulla cultura viva e libera. Questo è il grande errore dell’occidente: la rinuncia alla sua cultura libera di cui Pierluigi Battista è un ammirevole esempio.
Giancristiano Desiderio Corriere della Sera 14 ottobre 2024