…Abbiamo davanti a noi un’Italia senza fede, incredula, come sempre, in cui dilaga la corruzione, la sfiducia negli ideali, la rassegnazione di fronte al fatto compito, la furberia e lo spirito di sopraffazione del più forte sul più debole. Non sono morti per questo coloro che oggi commemoriamo. Norberto Bobbio 25 aprile 1961
Parole amare, intrise di profondo pessimismo, quelle di Norberto Bobbio di oltre 50 anni fa, nella ricorrenza del 25 aprile. E sicuramente il suo giudizio non sarebbe cambiato in questo 25 aprile del 2016, anzi sarebbe stato ancora più fortemente negativo, oggi che si assiste allo scollamento crescente tra cittadini ed istituzioni, al disorientamento dell’opinione pubblica davanti ai numerosi casi di corruzione politica ed economica e soprattutto ad una crisi di valori e di idealità che attraversa tutta la società italiana e non solo la sua classe dirigente.
Ha senso allora promuovere manifestazioni per ricorrenze storiche a livello nazionale e locale, con il rischio di promuovere stanchi e retorici rituali istituzionali, nell’indifferenza generale, senza soprattutto la partecipazione dei giovani?
Giovani che in recenti inchieste televisive hanno mostrato in maniera candida la loro ignoranza della storia, in particolare della storia patria.
Dobbiamo quindi rassegnarci a questo stato di cose con il pessimismo della ragione oppure con l’ottimismo della volontà ed anche della ragione ridare senso e valore a queste celebrazioni ?
Il 25 aprile, il 2 Giugno, il 4 Novembre, il 17 marzo sono date che segnano la conclusione del processo risorgimentale in Italia con l’affermazione dell’Unità, dell’Indipendenza, della Libertà e Democrazia nel nostro Paese.
Le loro celebrazioni, salvaguardandone la memoria storica, non solo permettono di perpetuare i valori e gli ideali dei nostri nonni per i giovani di oggi, ma anche rafforzano la nostra identità nazionale e la coesione sociale per poter superare lo smarrimento, le divisioni, la perdita dell’interesse generale, la crisi dell’etica pubblica tra gli italiani.
Ed anche ricordare momenti significativi di storia locale, come il 27 aprile 1859, quando nacque l’Indipendenza Toscana ed il 29 maggio 1848, giorno in cui i volontari toscani, la maggior parte giovani, combatterono a Curtatone e Montanara serve a fondare quella religione civile, che ancora manca nella nostra Nazione e che invece può rianimare tra i Toscani e tra gli Italiani un comune sentimento di appartenenza ed una condivisa volontà di rinascita per un’Italia migliore, degna del suo glorioso passato politico, culturale ed artistico!