…questa nazione,sotto Dio, deve avere una nuova nascita di libertà e che un governo del popolo, dal popolo, per il popolo non perirà dalla terra.
Abramo Lincoln (discorso di Gettysburg 1863)
Il 24 Febbraio 2013 il popolo italiano torna ad esercitare la sua sovranità, come recita l’art.1 della Costituzione, eleggendo i rappresentanti dei partiti, che siederanno in Parlamento e determinando quindi le condizioni politiche per la formazione di un nuovo governo.
Il governo dei tecnici di questo ultimo anno non è nato per volontà popolare tramite libere elezioni, si è costituito in una situazione di emergenza nazionale con la benedizione del presidente Napolitano ed in questa sospensione di democrazia ha operato nella difesa degli interessi nazionali, ridando credibilità al nostro Paese a livello internazionale.
Ad altri, opinionisti e politologi, più competenti di noi, spetta un giudizio approfondito e meno affrettato sui meriti e demeriti del governo Monti e sulle sue riforme;sicuramente con le elezioni del 24 febbraio si torna alle regole ed ai principi liberali della democrazia rappresentativa e su questo non possiamo che esprimere plauso e soddisfazione, fatte salve alcune considerazioni.
La crisi in cui è entrata l’Italia con l’inizio del XXI secolo non è solo una crisi economica, politica, istituzionale, e quindi sociale. E’ prima di tutto una crisi d’identità. E’ venuto meno, infatti, quel fattore costitutivo di ogni identità personale e collettiva che é la consapevolezza del legame tra il passato e il futuro possibile della nostra vicenda nazionale.
In maniera approssimativa sappiamo appena da dove veniamo e che cosa siamo. Anche se con le celebrazioni del cento cinquantenario parte degli italiani ha riscoperto la sua storia, il Risorgimento nazionale, ed il valore dell’Inno,del Tricolore e della Patria. Ma il cammino per una memoria condivisa ed una più forte coscienza nazionale è ancora lungo.
Le forze politiche, vecchie e nuove che siano, si presentano alle elezioni di Febbraio con Agende per l’Italia – e per inciso il nome Italia ricorre spesso nei loro slogan elettorali – in cui però il richiamo agli interessi nazionali, la necessità di ricostruire una comunità solida e coesa, la ricerca di unità su temi, che definiscono l’identità di un Paese come l’istruzione, la cultura, la tutela del territorio, la politica internazionale, la difesa della Patria, passano in secondo piano rispetto a logiche di parte, di corporazione, di contrapposizione tra proposte populiste e demagogiche. Anzi fino ad oggi la campagna elettorale ha visto tra i partiti solo spirito di fazione e comportamenti autoreferenziali.
Pertanto se è legittimo che ogni forza politica conservi la sua identità, la sua storia ed abbia il suo programma per governare in caso di vittoria, è pure necessario che debba riconoscersi in quel patrimonio di idealità e valori che sono il fondamento di una Nazione.
Altrimenti se dalle urne uscirà un vincitore, sarà un partito, non sarà il popolo italiano!