Lunedì 30 gennaio ore 17
Sala Pistelli Palazzo Medici Riccardi
Presentazione del libro di Giorgio Napolitano
Una ed indivisibile
Intervengono:
Anita Garibaldi Jallet
Ugo de Siervo
Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.
Lunedì 30 gennaio ore 17
Sala Pistelli Palazzo Medici Riccardi
Presentazione del libro di Giorgio Napolitano
Una ed indivisibile
Intervengono:
Anita Garibaldi Jallet
Ugo de Siervo
L’Associazione degli Amici della Fondazione Spadolini Nuova Antologia
insieme alla
Fondazione Spadolini Nuova Antologia
è lieta di invitarvi alla presentazione del volume di
Paolo Bagnoli
Una vita demiurgica. Biografia di Filippo Burzio (edizioni UTET)
mercoledì 1 febbraio alle ore 17,00 “Sala Spadolini” – Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia,
interverranno:
Valerio Zanone e Alberto Sinigaglia
concluderà l’Autore Paolo Bagnoli
Filippo Burzio (Torino, 16 febbraio 1891 – Ivrea, 25 gennaio 1948) è stato un giornalista, matematico e politologo italiano.
Compì gli studi medi superiori all’Istituto Tecnico Industriale G. Sommeiller dove ottenne la Licenza fisico-matematica. Laureato in ingegneria all’Università di Torino il 21 dicembre 1914, sviluppò alcune ricerche sulla balistica, materia per la quale ottenne la libero docenza; successivamente insegnò tale disciplina all’Accademia Militare e al Politecnico di Torino. Contemporaneamente sviluppava un suo pensiero politico e filosofico che ben presto prevalse sui suoi interessi scientifici e che espose in varie opere. Il suo pensiero si riconduce alla sua educazione liberale e illuministica, alla tradizione piemontese ed a figure come Jean-Jacques Rousseau, Camillo Cavour e Giovanni Giolitti. Burzio elabora la cosiddetta dottrina del Demiurgo, personalità in grado di moderare i comportamenti della società umana e di indirizzarne le aspirazioni. Nel suo pensiero alcuni vedono l’anticipazione di temi di attualità, in particolare di tematiche europeistiche.
Collaboratore del quotidiano La Stampa dal 1934, ne tenne la direzione dal 10 agosto all’8 settembre 1943. Per una successiva condanna a morte per antifascismo, fu costretto alla clandestinità fino alla liberazione. Dopo la caduta del Fascismo fu di nuovo direttore del quotidiano torinese. Fu anche socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei per la classe di Scienze Morali. Al suo nome è stata costituita una Fondazione.
Il primo convegno a lui dedicato si svolse il 12 novembre 1950 al Teatro Carignano di Torino.
Opere
Sabato 28 gennaio ore 16 Salone de’ Dugento-Palazzo Vecchio
Presentazione del libro
SEI GIOVEDI’ E UNA DOMENICA
Nel Paese dei Balocchi per i 130 anni di Pinocchio
saluti: Rosa Maria Giorgi, Eugenio Giani
Intervengono: Maria Cristina De Montemayor, Antonia Ida Fontana
Mercoledì 25 gennaio alle 17,30 Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze
Presentazione del libro “Indro Montanelli. Il giornalismo, la storia, la narrativa”
Alleghiamo il prospetto del volume edito dall’editore Olschki, con il sommario dei contenuti.
Venerdì 20 Gennaio ore16,30
Palazzo Medici Riccardi – Sala Pistelli
Olindo Dini presenta il suo libro su Ferdinando Zannetti ed il Risorgimento
Giovedì 19 gennaio 2012 alle ore 17.00 – Firenze, Complesso delle Oblate – Via dell’Oriuolo, 24.
Mercoledì 18 gennaio alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli, in via de’Cerretani, presentazione di Maria Teresa Mori e Ranieri Polese.
1931-2011
interventi di
Sandro Rogari, Valdo Spini, Alessandro Cortese De Bosis
La cerimonia si svolge sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica
Nell’occasione sarà discusso anche il volume di A. Cortese De Bosis, Sono entrati a Roma. Dai Galli di Brenno agli Americani di Clark
(Pragmatica, 2009)
Martedì 17 gennaio 2012, ore 17.00
Sala della Biblioteca dell’Isrt – via Carducci 5/37 – Firenze
Antifascista fin dalla marcia su Roma, nel 1924 fu invitato negli Stati Uniti a tenere conferenze di carattere storico, letterario e filosofico dalla società Italia-America di New York. Nel 1926 insegnò ad Harvard, la più antica e fra le più prestigiose università americane, lingua e letteratura italiana. Nel 1927 De Bosis compone Icaro, la sola opera poetica che rimanga di lui. Icaro ottenne il premio olimpico di poesia ad Amsterdam nel 1928 e fu tradotto in inglese da Ruth Draper, la sua fidanzata donna generosa ed illuminata.
Nel 1930 Lauro de Bosis fonda “Alleanza Nazionale della Libertà”, che si proponeva di sensibilizzare l’opinione pubblica moderata, con l’invio di lettere circolari sui guasti prodotti dal regime: la soppressione delle libertà statutarie, il bavaglio posto alla stampa, il “delitto Matteotti” e il progressivo insorgere di una dittatura totalitaria, la prima del genere in Europa, dopo le leggi “fascistissime” del 1925/1929. “Alleanza Nazionale” ebbe una vita breve, ma non improduttiva. Colleghi e amici di Lauro, nel sodalizio, vennero arrestati e processati nel dicembre 1930 dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Fra gli imputati di cospirazione vi era anche la madre di Lauro, Lillian Vernon de Bosis. In quell’epoca, Lauro era in America e perciò fu l’unico a non essere processato. Fallita “Alleanza”, de Bosis decise di sfidare il regime con un gesto spettacolare, diretto a dimostrare la permanente validità della Resistenza liberale contro il fascismo. E fu il volo su Roma del 3 ottobre 1931, durante il quale disseminò 400.000 manifestini contenenti un monito e un appello al Re e al popolo italiano. Dal volo Lauro de Bosis non fece più ritorno. De Bosis comprese – a differenza di tanti, di troppi – che non bisognava aspettare secondo una più comoda ” resistenza “. Nella sua Storia della mia morte, scritta la notte prima del volo su Roma (quando già sapeva di dover morire non già per la prontezza della caccia di Mussolini al suo minuscolo aereo, ma perché i serbatoi, per non insospettire i testimoni, erano stati riempiti per un tragitto più breve, da Marsiglia a Barcellona) De Bosis si diceva convinto che ” il fascismo non cadrà se prima non si troveranno una ventina di giovani che sacrifichino la loro vita per spronare l’animo degli Italiani. Mentre, durante il Risorgimento, i giovani pronti a dar la vita si contavano a migliaia, oggi ce ne sono assai pochi. Bisogna morire. Spero che, dopo me, molti altri seguiranno, e riusciranno infine a scuotere l’opinione “.
Piero Calamandrei, nella commemorazione del ventennale del volo, pose in luce l’aspetto “risorgimentale” dell’azione di Lauro de Bosis e il suo legame tra la Resistenza al fascismo e la Guerra di Liberazione. Calamandrei ricorda che “chi primo lanciò il grido nel silenzio sconsolato furono gli uomini isolati ed esemplari che anche negli anni del buio seppero segnare la strada e mantenere la continuità tra il primo e il secondo Risorgimento. La Resistenza è stata possibile perchè Cesare Battisti, eroe che ricongiunge due secoli, è stato impiccato; perché Matteotti è stato pugnalato; perché Amendola è stato abbattuto dai sicari e Gobetti stroncato a bastonate; perché i Rosselli sono stati assassinati; perché Gramsci è stato fatto morire in galera; perché Lauro de Bosis si è inabissato nella notte dopo aver assolto il suo voto. Sono essi i precursori della Resistenza; essi i fratelli di tutti i caduti dell’ultima guerra, di tutti i torturati dai tedeschi, di tutti i trucidati dai fascisti, di tutti gli scomparsi nei campi di deportazione”.
Sabato 7 gennaio ore 21
Teatro della Pergola
FILARMONICA DI FIRENZE GIOACCHINO ROSSINI
Concerto degli Auguri
Giovedi 22 dicembre ore 21
La Direttricedella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Marialetizia Sebastiani
La Responsabiledegli eventi culturali della Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze
Silvia Alessandri
Il Presidente del Coordinamento regionale del Comitato per i Valori
Risorgimentali
Donatella Cherubini
Il Presidente del Comitato Fiorentino per il Risorgimento
Adalberto Scarlino
I Responsabili del Coro Cassa di Risparmio di Firenze
Emanuele Barletti e Eugenio Sambati
Invitano
Teatro ObiHall via De Andrè ang. Lungarno Moro
Concerto per il 150° dell’Unità d’Italia
Musiche di Giuseppe Verdi
Ingresso gratuito
PROGRAMMA di SALA
Giuseppe VERDI
(1813-1901)
Nabucco Sinfonia
Ernani “Si ridesti il Leon di Castiglia”
Trovatore “Le fosche notturne spoglie”
Giovanna d’Arco Sinfonia
Nabucco “E’ l’Assiria una regina”
I Lombardi alla prima crociata “O Signore dal tetto natio”
La forza del destino “La Vergine degli Angeli”
Aida Preludio
La battaglia di Legnano Sinfonia
Nabucco “Va, pensiero”
Orchestra del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze
Coro della Cassa di Risparmio di Firenze
Direttore orchestra e coro Paolo Ponziano Ciardi
Maestro del coro Ennio Clari
VIVA VERDI
E’ davvero entusiasmante che l’anno centocinquantenario si concluda a Firenze con un concerto,
con un bel concerto , voluto da tre benemerite, prestigiose istituzioni, dedicato
a Giuseppe Verdi : alle sue opere, alle arie, ai cori, alle sinfonie, che da centocinquanta anni ,
a ancor da prima, hanno costituito il patrimonio caro di memorie musicali di ogni italiano.
Giuseppe Verdi : il Romanticismo , il Risorgimento insieme hanno in lui l’interprete straordinario,
il compositore versatile , il musicista più di tutti facilmente conosciuto e immediatamente amato.
Suonate dagli organetti di strada, intonate a mezza voce per le vie cittadine, cantate
entusiasticamente
dal pubblico negli stessi teatri ,melodie facilmente orecchiabili, parole di coraggio e di libertà,
hanno accompagnato patrioti giovani e meno giovani sulle barricate o alle manifestazioni
politiche e hanno alimentato una tradizione orale e canora tutta italiana, viva , di padre in figlio,
fino ai giorni nostri.
Sicchè tanti sanno – a memoria, potremmo dire – parole e note delle opere, dei cori, delle arie
verdiane.
Quelle di Ernani ( “prima “ a La Fenice di Venezia nel marzo 1844 ) e dei congiurati per una Spagna
libera : Si ridesti il leon di Castiglia/ e d’Iberia ogni monte, ogni lito / eco formi al tremendo
ruggito,/ come un dì contro i Mori oppressor ; coro celeberrimo che permette al pubblico di
cogliere analogie con le cospirazioni italiane
Quelle de I lombardi alla prima crociata ( “prima” a La Scala, nel 1843 ) , l’opera che si apre con la
scena della chiesa di Sant’Ambrogio ed ha il momento culminante in quel O Signore , dal tetto
natio ,/ ci chiamasti con santa promessa …“, che tanti petti ha scossi e inebriati “,
per dirla con le parole dell’omonima, indimenticabile poesia di Giuseppe Giusti.
E poi le sinfonie, come quella della Giovanna d’Arco,( “prima a La Scala, nel febbraio del 1845 ) che
sintetizza la storia dell’eroica giovane, dal pianissimo
iniziale al crescendo fino all’esplosione di un ardente fortissimo , al finale dal ritmo fremente.
E ancora le opere deliberatamente e scopertamente patriottiche, come La battaglia di Legnano,
che va in scena a Roma nel gennaio del 1849, poco prima della proclamazione della Repubblica
Romana, in una serata trionfale e drammatica, dopo la quale Verdi deve abbandonare
precipitosamente la città assediata.
E infine Il Nabucco, che vuol dire, prima di tutto, un coro: IL coro , su tutti gli altri. Il Va’ pensiero
sull’ali dorate….oh mia Patria sì bella e perduta ; che scatena commozione e partecipazione ,dal
marzo 1842 , a La Scala, quando viene accolto con entusiasmo indescrivibile, al febbraio del 1901,
quando viene intonato, sotto la bacchetta del trentaquattrenne Arturo Toscanini , per
accompagnare l’addio alla vita terrena del Maestro. Fino ai periodi drammatici del Novecento,
fino ad oggi, espressione , sempre , di una Patria bella e del desiderio che non vada perduta.
Viva V.E.R.D.I. L’acronimo celebre esprimeva l’adesione a una novità desiderata : un’ Italia unita ;
una monarchia costituzionale invece delle vecchie e prepotenti monarchie assolute; l’indipendenza
dallo straniero oppressore. Alla realizzazione di questo grande progetto Verdi partecipò con
convinzione e passione. Lo documenta l’amicizia con alcuni protagonisti del Risorgimento
nazionale : estimatore dichiarato di Cavour, guida politica esemplare, per il quale accettò di essere
candidato – ed eletto – al primo Parlamento italiano; ammiratore senza riserve di Manzoni,
l’autore di “uno de’ più grandi libri che sieno usciti da cervello umano”.
Viva Verdi, dunque. E con il buon Natale, auguri alla sua memoria, all’Italia ed a noi tutti cittadini
italiani.