Dalle lettere a Sergio Romano nel Corriere della Sera del 16 ottobre.
[Leggi di più…] infoUN ROMANZO STORICO AL SERVIZIO DELL’UNITÀ
Il sito del Comitato Fiorentino per il Risorgimento.
Dalle lettere a Sergio Romano nel Corriere della Sera del 16 ottobre.
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Venerdì 21 ottobre ore 16
Archivio di Stato di Firenze
Fiorenza Ceragioli Leopardi e l’Italia
11 ott 20 11/ 12 feb 2012
Palazzo Pitti : La bella Italia. Arte e identità delle città capitali
“E pluribus unum” recita la sentenza in latino che sostiene e giustifica la costituzione degli Stati Uniti d’America. Qualcosa di analogo è accaduto in Italia nel 1861. Con la differenza che, qui da noi, le specificità storiche e culturali fra i diversi stati della Penisola erano ben più grandi di quanto non fossero fra le “nazioni” della nascente America. Che l’Italia fosse patria comune, unita dalla lingua, dalla religione, dall’eredità consegnataci da Roma antica, questo lo si è sempre saputo. Fino dai tempi di Dante Alighieri e di Francesco Petrarca. Su un tale comune e condiviso sentire si sono innestate le storie particolari delle singoli capitali preunitarie: Torino e Milano, Genova e Bologna, Firenze e Venezia, Napoli, Roma, Palermo. Ognuna di queste capitali è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei differenti destini, delle particolari identità dei popoli d’Italia. Chiunque abbia anche solo sfogliato un manuale di storia o, meglio ancora, di storia dell’arte sa che le capitali degli stati preunitari hanno conosciuto vicende antiche e gloriose, ognuna segnata da specifici caratteri distintivi. Alla vigilia del 1861, le capitali d’Italia si erano date una loro auto-rappresentazione che teneva insieme vicende storiche, fenomeni letterari ed artistici, temperamenti dei popoli, destini, attese e speranze all’appuntamento dell’unità nazionale. La mostra, che ha avuto la sua prima sede a Torino alla Venaria Reale (19 marzo – 11 settembre 2011) e dall’11 ottobre è a Firenze a Palazzo Pitti, darà immagine alle Italie che la Storia chiamò a diventare Italia. Il nostro è il Paese delle “differenze”. Oggi, nel tempo della globalizzazione, ci accorgiamo che le “differenze” che i popoli d’Italia di sé stessi avevano (e per nostra grande fortuna ancora hanno) alla vigilia del fatale 1861. Almeno 350 opere d’arte provenienti dai musei d’Italia e del mondo racconteranno l’identità delle capitali italiane preunitarie. Ogni capitale sarà significata da opere d’arte, da documenti ed oggetti in certo senso identitari, in grado cioè di significare e di ricostruire il profilo storico e i termini delle auto-rappresentazioni. Per cui Torino è l’Armata, la Metallurgia, la Corte. Milano è Leonardo da Vinci, è la religiosità dei Borromeo, è l’Illuminismo, è il dialogo costante e fecondo con l’Europa. Venezia è la grande pittura di Tiziano e di Veronese, è il profumo d’Oriente, è il mito della città inimitabile. Firenze è la lingua e le arti con Donatello, con Botticelli, con Michelangelo. Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, è il prestigio della sua Università ed è l’ideale classico che da Raffaello arriva a Guido Reni. Roma è la gloria dell’Antichità Classica e della Religione; due elementi unificanti destinati a tenere insieme la nuova Italia. C’è poi Genova, capitale finanziaria nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi, la città che ha saputo trasformare il profitto bancario nei Rubens, nei Van Dyck, nei palazzi più belli della Cristianità. E infine ci sono le due capitali del Regno: Napoli e Palermo. C’è la Napoli degli Aragona e dei Borbone, di Caravaggio e di San Gennaro, dei Lazzari e di Masaniello; la Palermo di Federico Imperatore, del Feudo, dei Baroni riottosi, della autonomia continuamente affermata e continuamente contrastata. Per governare un progetto così vasto occorreva coinvolgere studiosi specialisti titolari di autorevolezza insieme accademica e istituzionale. Per il coordinamento generale di Antonio Paolucci i settori dedicati alla immagine storica ed artistica delle capitali preunitarie sono stati affidati ad Enrica Spantigati per Torino, a Pietro Marani per Milano, a Piero Maria Boccardo per Genova, a Giandomenico Romanelli per Venezia, ad Andrea Emiliani per Bologna, a Cristina Acidini e Maria Sframeli per Firenze, ad Antonio Paolucci per Roma, a Pierluigi De Castris per Napoli, a Vincenzo Abbate per Palermo. Qual’era l’identità culturale delle capitali d’Italia all’anno 1861, come i cittadini di Milano o di Napoli, di Firenze o di Palermo vedevano sé stessi e come gli artisti li hanno nei secoli rappresentati. Questo è l’obiettivo della mostra. Le “differenze”, rimanendo tali, si sono risolte in Unità. È questo il “miracolo” italiano che il 1861 ha inaugurato. Di questo parlerà la mostra che celebra i primi centocinquanta anni dalla unificazione del Paese.
A cura di
Cristina Acidini, Maria Sframeli
Catalogo
Sillabe
Orario
Martedì – Domenica 8.15 -18.50
Segreteria:
Ilaria Bartocci, Cristina Gabbrielli, Laura Mori
Nessuna regia negli attentati a sovrani e statisti Le cause:la miseria dei ceti più poveri e la persistente retorica del tirannicidio. Articolo di Paolo Mieli dalle pagine culturali del Corriere della Sera del 4 ottobre. [Leggi di più…] infoL’ossessione infondata del complotto anarchico
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martedì 18 ottobre 2011 ore 21 via di Camaldoli7/r Firenze
In collaborazione con il Comitato Fiorentino per il Risorgimento
un concerto dedicato al Risorgimento.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti..
LA MUSICA RACCONTA LA STORIA: IL RISORGIMENTO ITALIANO
DANIELE SPINI presentazione storica
LEONARDO DE LISI, tenore
PIERLUIGI RUGGIERO, violoncello
ANDREA BAGGIOLI, pianoforte
Daniele Spini
Daniele Spini ha collaborato con « La Nazione» di Firenze dal 1973 al 1996 ed è stato critico musicale titolare del «Mattino» di Napoli dal 1985 al 1998. Dal 1993 al 2006 vicepresidente del centro Tempo Reale di Firenze, dal 1999 al 2006 direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dal 2008 al 2010 direttore artistico per la musica, la lirica e la danza del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Insegna Storia della musica al Conservatorio di Ferrara. Ha curato per alcuni anni le edizioni del Maggio Musicale Fiorentino. Scrive saggi e articoli per le riviste musicali più importanti, collabora per note illustrative e conferenze con le maggiori istituzioni musicali italiane, ha realizzato le versioni ritmiche di molti libretti e partecipa spesso a programmi radiofonici e televisivi della Rai.
I Bricconcello
Leonardo De Lisi tenore
Pierluigi Ruggiero violoncello
Andrea Baggioli pianoforte
L’ Ensemble I Bricconcello si è formato nel 2010 in occasione di un progetto discografico dedicato alle liriche per canto, violoncello e pianoforte di Alfredo Piatti, violoncellista fra i più celebrati del suo tempo, apprezzato personalmente da compositori come Mendelssohn e Liszt, nonché occasionalmente partner in duo della pianista Clara Wieck, moglie di Robert Schumann. Di lì lo spunto per lavorare alla riscoperta del repertorio vocale da camera di autori italiani la cui opera è poco conosciuta, se non addirittura dimenticata. I Bricconcello riunisce tre musicisti che hanno all’attivo una lunga e importante carriera artistica a livello internazionale. Il tenore Leonardo De Lisi ha studiato nei Conservatori di Padova e di Roma, si è perfezionato curando anche il rapporto con le prassi esecutive del barocco (nel 2009 una sua interpretazione di un’aria dal Giustino di Vivaldi è stata inserita nel cofanetto 10! 0 Best Tenor Voices) e, pur calcando regolarmente le scene del teatro d’opera, si è dedicato
prevalentemente al repertorio da concerto, partecipando a stagioni internazionali di grande prestigio. Oggi fra l’altro insegna Musica Vocale da Camera al Conservatorio di Firenze. Il violoncellista Pierluigi Ruggiero si è formato nei Conservatori di L’Aquila e di Roma prima di approdare con una borsa di studio, nel 2001, ai corsi di perfezionamento della Liszt Academy di Budapest. Da allora ha
coltivato il suo rapporto con il mondo musicale ungherese, riconosciuto nel 2007 con il premio Pro Artibus della fondazione “Artisjus” per le relazioni artistiche internazionali. La sua attività di concertista, come solista e in formazioni da camera, si è svolta fra l’Europa, il Giappone e paesi ormai emergenti anche nel campo delle iniziative culturali e musicali come Brasile e India. Il pianista Andrea Baggioli è stato allievo di Massimiliano Damerini, Hector Pell, Alberto Mozzati, Aldo Ciccolini e svolge la sua attività di concertista sia in veste solistica, sia in ambito cameristico. Accanto al lavoro di interprete Baggioli, che ha alle sue spalle anche una formazione universitaria, ha coltivato anche un’attività di tipo musicologico, critico e divulgativo che si è tradotta fra l’altro in saggi, recensioni, edizioni musicali. Ha curato per esempio la pubblicazione di alcuni inediti di Robert Schumann! , da lui anche registrati in disco per la prima volta, e attualmente insegna Lettura della Partitura al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.
PROGRAMMA
Giuseppe VERDI (1813 – 1901)
– Preludio de “I Masnadieri” (violoncello e pianoforte)
– Il tramonto (poesia di Andrea Maffei) (tenore e pianoforte)
– L’esule (poesia di Temistocle Solera) (tenore e pianoforte)
Vincenzo BELLINI (1801 – 1835)
Jacques OFFENBACH (1819 – 1880)
– Fantasia di temi dalla “Norma” (violoncello e pianoforte)
Gaetano DONIZETTI (1813 – 1901)
– Lamento in morte di Bellini: “Venne sull’ali ai zeffiri”
(poesia di Andrea Maffei) (tenore, violoncello e pianoforte)
Gioachino ROSSINI (1792 – 1868)
Jacques OFFENBACH
– Fantasia da “Il Barbiere di Siviglia” (violoncello e pianoforte)
– L’esule (poesia di Giuseppe Torre) (tenore e pianoforte)
Alfredo PIATTI
La sera (poesia di Andrea Maffei)
Veder mi parve un angelo (poesia di Felice Romani)
(tenore,violoncello e pianoforte
Michele NOVARO (1822 – 1901)
– Italia libera (poesia di Francesco Dall’Ongaro)
– Venezia (poesia di Antonio Fusinato)
– La Bandiera italiana (poesia di Francesco Dall’Ongaro)
(tenore e violoncello)
Firenze celebra Carlo Lorenzini, alias Carlo Collodi, con un grande evento: l’esposizione, per la prima volta, del manoscritto autografato dei due capitoli finali de “Le avventure di Pinocchio”.
Si tratta di 47 fogli che riportano gli ultimi due capitoli della prima edizione in volume del 1883. Il manoscritto, che fa parte delle Carte Collodiane acquisite nell’agosto 1897, sarà esposto fino al 26 ottobre alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Accanto all’autografo, è esposta la prima edizione in volume pubblicata dall’Editore Libraio Paggi nel 1883 e corredata di 62 illustrazioni eseguite da Enrico Mazzanti. Esposto anche Il Giornale dei bambini, dove i due capitoli de Le avventure di Pinocchio furono pubblicati come penultima e ultima puntata, il 18 e il 25 gennaio 1883. Nella bacheca sarà possibile ammirare anche un’altra opera originale di Collodi, la commedia “Iragazzi grandi”.
Sempre nell’ambito della mostra “1861-2011. L’Italia dei libri”, presso la Bibilioteca Nazionale si potranno vedere le prime edizioni dei 15 Super Libri conservati nella biblioteca e, attraverso postazioni interattive, si potranno ascoltare le audio pillole dei 15 libri raccontati e presentati dai conduttori di Radio24. Ci sarà inoltre una sezione dedicata ai grandi editori toscani (Vallecchi, Bemporad-Barbera-Giunti, Le Monnier, La Nuova Italia, Olschki,Sansoni).
La sezione dedicata a Collodi, oltre alla bacheca con i manoscritti originali dell’autore, comprende alcune opere dedicate al burattino di Collodi di artisti contemporanei come Paolo Favi, Paola Crema, Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, presentate all’Expo Shangai 2010.
Venerdì 14 ottobre ore 16, Archivio di stato di Firenze
Repubblicanesimo fiorentino e Risorgimento
conferenza del prof. Marcello Verga
Libro di Massimo Baioni. [Leggi di più…] infoPatria mia. Scritture private nell’Italia unita