14 dicembre: Verso la Capitale. La nuova Firenze di Giuseppe Poggi
Assessorato alla Cultura e Contemporaneità
La S. V. è invitata all’inaugurazione della mostra
Verso la Capitale
La nuova Firenze di Giuseppe Poggi
14 dicembre 2011 ore 17.00
Archivio Storico
Firenze Palazzo Bastogi, via dell’Oriuolo 33
Interverranno
Gabriele Corsani, Gabriella Orefice, Leonardo Rombai e Giuseppina Carla Romby
dell’Università degli Studi di Firenze
Seguirà visita guidata
Taccuini del Risorgimento
di Nello Ajello. Casa Editrice Laterza (collana I Robinson. Letture).
Edizione 2011
prezzo euro 14
pag.113 brossura
…22 febbraio 1861 “Oggi Sua Santità ha fatto chiamare l’abate dandogli l’incarico di raggiungere Torino per sondare gli umori e i progetti del Conte di Cavour rispetto al ruolo che s’intende assegnare alla Chiesa nel prossimo assetto dell’Italia. Una mossa tale da suscitare l’irritazione del Segretario di Stato Giacomo Antonelli, che ne era ignaro. Appena un’ora dopo è stata diffusa una smentita, ispirata dalle alte sfere vaticane. Vi si contraddice ‘la voce’ che la Santa Sede stia segretamente trattando con il governo piemontese.” 2 marzo 1861 “Nel ricordo dell’assedio di Gaeta, che sta diventando un mito benché dolente (e perciò, forse, più suggestivo), domina la figura della Regina, Maria Sofia – Pussi, nel soprannome domestico. È l’adolescente sconfitta, la moglie mitteleuropea di un Re forse esageratamente tacciato di ignavia; privo comunque dell’ascendente che deriva alla consorte dall’essere figlia di un’arciduchessa d’Austria, e di annoverare fra le sorelle maggiori quella Elisabetta, detta Sissi, che è andata sposa all’imperatore Francesco Giuseppe. Con molta più pertinacia di suo marito, Pussi rischia ormai di diventare l’incarnazione di ogni legittimismo. I meglio informati parlano di un’iniziativa in atto a Parigi: nel sobborgo di Saint-Germain un gruppo di dame influenti raccoglie fondi per inviare un dono alla ex sovrana di Napoli. Si tratta di un cofanetto che porterà incise in rilievo sui quattro lati, le scene principali dell’assedio di Gaeta.”…
7 dicembre: Omaggio a Gaetano Salvemini per i 150 anni dell’Unità d’Italia
Mercoledì 7 dicembre 2011 ore 16
Firenze, Palazzo Strozzi, Sala Ferri
Omaggio a Gaetano Salvemini per i 150 anni dell’Unità d’Italia
Camillo Benso di Cavour e il suo tempo
Esposizione dal 22/11/2011 al 16/12/2011
Accademia dei Georgofili Firenze
Mostra organizzata nell’ambito delle manifestazioni promosse per il 150° Anniversario della Unità Nazionale, in collaborazione con la Fondazione Camillo Cavour e l’Associazione “Amici della Fondazione Camillo Cavour”.
Camillo Benso di Cavour ritorna a Firenze, ospite dell’Accademia dei Georgofili, di cui fu Membro dal 1851.
Ritrova amici progressisti innamorati delle scienze, delle tecnologie, delle moderne istituzioni con i quali condivise, ancor prima dell’unità territoriale e politica, ideali ed esperienze, che superando i confini fra gli Stati pre-unitari, crearono le condizioni per l’Unità d’Italia.
Sull’onda di affetti famigliari, ritorna nella città di Vittorio Alfieri, della nipote Giuseppina Benso, dell’amico Cesare Alfieri di Sostegno, cui è intestata l’omonima Facoltà dell’Università di Firenze.
Con l’esposizione ai Georgofili la mostra itinerante, inaugurata il 18 gennaio 2010 alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, completa il viaggio del Tessitore, nel 150° dell’Unificazione, nelle tre capitali: Torino, Firenze, Roma.
La mostra illustra ambienti e ambiti in cui si formò e agì Camillo Cavour, evidenziando lo spirito, il metodo e gli ingranaggi della sua azione politica.
I processi di cambiamento descritti nella rassegna danno la dimensione degli interessi in campo e la forte presa sull’opinione pubblica di un gruppo dirigente che inserì l’Italia nel sistema europeo e mondiale.
Prodotta dall’Associazione “Amici di Camillo Cavour”, con il contributo di Fondazione Cavour, Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino e di Santena, la mostra, ricalcando l’impronta che ispirò Maria Avetta nell’allestire, in occasione di “Italia 61”, il museo cavouriano di Santena (TO), è stata realizzata grazie alla collaborazione dei ragazzi della scuola media di Santena e degli storici del Risorgimento Rosanna Roccia e Carlo Pischedda.
L’Esposizione resterà aperta fino a venerdì 16 dicembre, da lunedì a venerdì
(ore 15.00-18.00)
Ingresso libero
Liberalismo all’italiana: l’alternanza impossibile
Perché Einaudi e Croce all’inizio difesero Mussolini. Articolo di Paolo Mieli uscito nelle pagine culturali del Corriere della Sera del 29 novembre. [Leggi di più…] infoLiberalismo all’italiana: l’alternanza impossibile
Mostra a Roma ‘Il Quirinale. Dall’Unita’ d’Italia ai nostri giorni’
Arredi, opere d’arte, documenti e immagini che raccontano la storia degli ultimi 150 anni del Quirinale. E’ la mostra ‘Il Quirinale. Dall’Unita’ d’Italia ai nostri giorni’, che apre i battenti nello storico Palazzo romano da mercoledi’ 30 novembre 2011 al 17 marzo 2012, si articola tra il Cortile d’Onore e le sale del Piano Nobile ed e’ l’ultimo appuntamento delle celebrazioni del 150mo anniversario dell’Unita’ d’Italia.
Promossa dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica e organizzata in collaborazione con l’associazione Civita, la mostra e’ curata dalla sovrintendente dell’Archivio storico della Presidenza, Paola Carucci, e dal Consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Quirinale, Louis Godart e allestita dal regista Luca Ronconi.
”Non si voleva fare la storia d’Italia- sottolinea Paola Carucci- ma abbiamo cercato di raccontare la storia del Palazzo dalla breccia di Porta Pia a oggi, facendo una distinzione tra il periodo della Monarchia e quello della Repubblica, evidenziando il ruolo dei Savoia”, che riempirono di mobili e arredi il Quirinale, lasciato vuoto dai Papi ”in base agli accordi tra la Santa Sede e il neonato Stato Italiano”, spiega Godart. Non solo. La mostra mette in evidenza anche il ruolo preciso sia dei monarchi, sia dei presidenti della Repubblica, dato loro dallo Statuto Albertino prima, e dalla Costituzione del ’48 dopo, che fu di rappresentanza e unita’ nazionale.
I visitatori potranno accedere alla mostra con ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione, dalla Piazza del Quirinale, nei giorni feriali da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30, mentre l’orario domenicale resta fissato dalle ore 8.30 alle ore 12.00, in concomitanza e con le disposizioni dell’apertura al pubblico delle Sale di rappresentanza.
La mostra rimarrà chiusa tutti i lunedì, il 3 dicembre mattina e nei giorni 8, 18, 20, 21, 24, 25, 26 e 31 dicembre, 1° e 6 gennaio 2012.
3 Dicembre: Gli Archivi e il Risorgimento italiano. Convegno a Pistoia
Gli Archivi e il Risorgimento italiano
Convegno a Pistoia
sabato 3 Dicembre presso l’antico palazzo dei Vescovi in Piazza del duomo con inizio alle ore 10.
Relatori tutti i direttori degli Archivi di Stato della Toscana.
Alle ore 13 pranzo e prosecuzione nel pomeriggio.
DA SUD. Le radici meridionali dell’unità nazionale
Napoli, Palazzo Reale
dal 1 ottobre 2011 al 15 gennaio 2012
Mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità tecnica di Missione per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nell’ambito delle celebrazioni previste per la ricorrenza, con la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia – Palazzo Reale, in collaborazione con Prefettura di Napoli, Comune di Napoli e Fondazione Valenzi.
A cura di Luigi Mascilli Migliorini e Anna Villari
Una grande esposizione invita a riflettere sui sessant’anni che hanno preceduto il Plebiscito dell’ottobre del 1860. Dalla Rivoluzione del 1799, ai moti del ’48 alla spedizione dei Mille. Quattro generazioni di meridionali che hanno vissuto e creato la Storia e l’hanno intessuta di infinite, piccole e grandi storie. Una mostra dove documenti, quadri, cimeli unici, molti mai esposti, non sono solo pezzi museali ma tornano a vivere e a trasmettere l’emozione del momento. E, insieme, un grande esperimento di multimedialità per far entrare il visitatore nel cuore vero dei fatti.
Tutto termina ed inizia sotto la pioggia. Quella che cadeva il 21 ottobre 1860, con Garibaldi vincitore e sconfitto che, un passo dietro a Vittorio Emanuele, vive le acclamazioni della folla ma che già progetta il ritiro a Caprera. Con la proclamazione dei risultati di quel Plebiscito, “Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionale” chiude il suo percorso. Ad aprirlo sono invece le immagini, bellissime e solari di Napoli e del Mezzogiorno, considerato il “Giardino d’Europa”, trasmesse dai pittori del Grand Tour.
In mezzo, sessanta anni di storia e cronaca, dagli ultimi bagliori dell’Illuminismo alla Rivoluzione del 1799, dal Quarantotto ai Mille, quattro generazioni di meridionali che si sono spesi per gli ideali di libertà.
Attraverso i ripetuti fallimenti, le tragiche repressioni, le speranze deluse, una profonda e radicata ansia di libertà ha trovato nell’idea dell’Italia unita il suo progetto storico. Queste generazioni, succedendosi, sono così diventate una delle principali radici di quel grande processo che chiamiamo Risorgimento nazionale.
Lo sono diventate attraverso storie di vita generose, che ci parlano di giovani che incontrano la morte con serenità, di adulti (talvolta di vecchi) che affrontano il vagabondare dell’esilio senza ripensamenti, di carceri che sono vere e proprie tombe di vivi, di sconfitte che valgono più delle vittorie, tanto forte è la lezione morale che da esse può ricavarsi
Partendo da quel “Giardino d’Europa” che è l’immagine affascinante – ma fuorviante – con la quale l’Europa guarda al Sud e giungendo fino a quel giorno di pioggia che fa da sfondo al Plebiscito unitario dell’ottobre 1860, la Mostra prova a raccontare queste storie, e la storia più grande che ne è ovviamente, cornice, utilizzando registri narrativi diversi, che ora toccano il mondo più tradizionale della raffigurazione pittorica o della documentazione storica, ora utilizzano soluzioni evocative e strumenti comunicativi multimediali per trasmettere il sentimento di che cosa significò essere meridionali e patrioti nella prima metà dell’Ottocento.
La ragione e il sentimento che sono chiamate in causa dalle sollecitazioni della Mostra appaiono tanto più necessari oggi che in una Italia tentata da seduzioni separatiste e in un Mezzogiorno attratto da nostalgie neoborboniche, scolorisce la consapevolezza della forza morale e della concretezza storica che ebbe il patriottismo meridionale. Esso non fu subalterno ai disegni che maturarono altrove nell’Italia dell’Ottocento, né fu soggetto supino di avventure e conquiste esterne ad esso. Il Mezzogiorno volle l’Unità d’Italia e fu determinante nel realizzarlo, e nel modo in cui esso si realizzò. Da Sud, dunque, non si scrive né una storia minore né una storia di vinti, ma una delle pagine più alte ed efficaci del Risorgimento nazionale.
In seno alla mostra, una ricchissima sezione, intitolata “Dopo l’Unità. L’attività dei Prefetti nel Mezzogiorno”, attraverso documenti della Prefettura e dell’Archivio di Stato di Napoli, propone spunti di riflessione su quella che è stata la lunga e spesso difficile attività dello Stato nella gestione del Mezzogiorno, nei primi anni postunitari.
Catalogo: Silvana Editoriale
Ingresso libero
Orario di apertura al pubblico: dalle ore 09.00 alle ore 20.00
ultimo ingresso e chiusura biglietteria ore 19.00; chiuso il mercoledì
Una e indivisibile. riflessioni sui 150 anni della nostra Italia
Il libro di Giorgio Napolitano.
“Una e indivisibile” è il titolo del libro di Giorgio Napolitano, edito da Rizzoli, che raccoglie le “riflessioni sui 150 anni della nostra Italia” compiute dal Presidente della Repubblica ripercorrendo le tappe del processo storico che ha fatto dell’Italia una moderna nazione europea, con la consapevolezza delle durissime prove affrontate e la fiducia nella capacità del Paese di superare le sfide che l’attendono.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa: iniziative promosse da istituzioni, scuole, piccoli e grandi Comuni, associazioni locali. Nell’esplosione di bandiere tricolori si è mostrata la profondità delle radici del nostro “stare insieme” come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica – “una e indivisibile” – hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani.
“L’aver fatto leva – ha scritto il Presidente della Repubblica nella prefazione al volume – sull’occasione del Centocinquantenario, l’aver puntato su celebrazioni condivise, è stato dunque giusto e ha pagato. Non bastava però lanciare un appello generico: occorreva richiamare in modo argomentato fatti storici ed esperienze, fare i conti con interrogativi e anche con luoghi comuni, favorire quella che non esito a chiamare una riappropriazione diffusa, da parte degli italiani, del filo conduttore del loro divenire storico, del loro avanzare – tra ostacoli e difficoltà, cadute e riabilitazioni, battute d’arresto e balzi in avanti – come società e come Stato nei secoli XIX e XX. Gli interventi che ho svolto, nel succedersi delle iniziative per il Centocinquantenario, hanno segnato i momenti e i contenuti dello sforzo compiuto: spero che il leggerli, raccolti in volume, ne renda il senso complessivo, lo sviluppo coerente”.
Per il Capo dello Stato “non si è trattato di un fuoco fortuito, di un’accensione passeggera che già sta per spegnersi, di una parentesi che forse si è già chiusa. No, si è trattato di un risveglio di coscienza unitaria e nazionale, le cui tracce restano e i cui frutti sono ancora largamente da cogliere. Non ci porti fuori strada l’impressione che appena dopo aver finito di celebrare il Centocinquantenario in un clima festoso e riflessivo, aperto e solidale, si sia ritornati alle abituali contrapposizioni, alle incomunicabilità, alle estreme partigianerie della politica quotidiana. Quel lievito di nuova consapevolezza e responsabilità condivisa che ha fatto crescere le celebrazioni del Centocinquantenario continuerà a operare sotto la superficie delle chiusure e rissosità distruttive, e non favorirà i seminatori di divisione, gli avversari di quel cambiamento di cui l’Italia e gli italiani hanno bisogno per superare le ardue prove di oggi e di domani”.
Il libro, nei diversi testi che lo compongono, tocca gli aspetti salienti del processo di unificazione nazionale: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione attiva della società meridionale alla costruzione dell’Italia unita, i profondi legami del movimento per l’unità nazionale con le esperienze europee, l’azione unificante della lingua e della cultura. Il Presidente Napolitano non nasconde le zone d’ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l’attuazione lenta e parziale di quell’autonomismo, fino al federalismo, ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana.
Per il Presidente della Repubblica, che secondo la Carta Costituzionale “rappresenta l’unità nazionale”, le ragioni di dignità e di orgoglio offerte dalla storia del movimento di unificazione dell’Italia consentono di affrontare con fiducia le nuove sfide che sono di fronte al Paese.
Rizzoli pp.180 euro 15