Caro Direttore,
poiché non ho una virgola da cambiare in quello che dici sul tuo editoriale Decoro urbano e diritto alla salute ed alla quiete pubblica, potrei anche ringraziare e passare all’ordine del giorno. Invece mi vengono a mente, dietro la tua suggestione, alcune riflessioni. Le direi perfino attuali in tempo di campagna elettorale. Come tu fai capire un grande principio di libertà è quello per cui la mia libertà è illimitata di per sé, ma deve arrestarsi quando limita la tua. Va bene per la piazza e dovrebbe andare bene anche per le case private. La mia esperienza mi dice che non esiste più il freno dell’educazione e del rispetto. Nelle case si svolgono ore di esercitazioni musicali, magari di canto lirico, riunioni che assimilano gli appartamenti a pub, specialmente a Firenze città dove si affitta al nero agli studenti con grande facilità. E ciò nella assoluta indifferenza di chi dovrebbe rendersi conto, nel governare che le città e le case hanno cambiato fisionomia. Due elementi amministratori moderni dovrebbero considerare: 1) che oggi una gran parte del lavoro viene svolta da casa per via telematica e richiede concentrazione; 2) la popolazione “normale” è invecchiata nella media ed ha bisogno del riposo e della necessaria serenità.
Per quanto ne so io, le leggi servono a contenere la brutalità naturale ed oggi mi pare che la brutalità naturale sia in grosso recupero. Che dire?
Cari saluti,
Fabio Bertini