In questi giorni ha suscitato discussione e polemiche la richiesta al governo da parte dei vertici della Confindustria, a partire dal presidente Emma Marcegaglia, di sopprimere la festività del 17 Marzo, istituita quest’anno per celebrare il cinquantacentenario dell’Unità d’Italia.
Le ragioni :Un giorno di festa in più (anche se questo anno ci sono poche feste infrasettimanali) nelle fabbriche provocherebbe un grave costo in termini di produttività e di competitività in un mercato non solo italiano, proprio in un momento di crisi economica a livello globale.
A dar manforte alla Confindustria Giuliano Amato, tra l’altro presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, ha dichiarato che pure nelle scuole era meglio organizzare lezioni di storia patria e di educazione civica che fare un giorno di vacanza.
A rigor di logica cosa si aspetta allora a sopprimere le festività del 25 Aprile e del 2 Giugno, tanto per restare nel campo delle festività civili?
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