29 maggio 2014, Cenacolo di Santa Croce, ore 16.15 – 18.30
…All’interno della basilica di Santa Croce… Su due pilastri che fiancheggiano l’altare maggiore vedrete due tavole in bronzo contenenti i nomi dei Toscani che incontrarono la morte sui campi di Montanara e di Curtatone il 29 maggio 1848, pugnando per l’indipendenza italiana. Ogni anno in questo giorno memorando si coronano di fiori, e solo la vendicativa ferocia degli sgherri della decaduta dinastia potè per qualche anno frenare, non impedire, il giusto tributo di lacrime e di fiori che si rendeva ai nostri cari estinti, giungendo fino a far fuoco sul popolo inerme ivi raccolto…
Dalla guida turistica Firenze in Tasca, pubblicata a Firenze nel 1867 dai F.lli Pellas Tipografi-Editori
Il marchese Ferdinando Bartolommei (Firenze 1821 – Firenze 1869) è tra i primi a “rompere” con i Lorena nel 1849, dopo il rientro del granduca in Toscana e la restaurazione sul trono con la protezione dell’esercito austriaco.
Lui, che era stato organizzatore, già nel 1847, della prima manifestazione popolare contro la censura e in favore di una nuova legge sulla stampa, nonché sostenitore di una petizione al granduca per ottenere la guardia civica in Toscana, adesso, dopo la guerra – la prima dell’indipendenza – finita con la sconfitta di Novara, promuove – a proprie spese ed esponendosi personalmente – la commemorazione annuale, il 29 maggio, in Santa Croce dei caduti a Curtatone e Montanara.
Proprio in questa ricorrenza, nel 1851, dopo una giornata di scontri tra cittadini e agenti della polizia lorenese all’interno ed all’esterno della basilica, in quanto il granduca aveva vietato la cerimonia , il Bartolommei viene condannato al confino nella sua tenuta di Nievole, lontano dai suoi, per sei mesi.
Appena rientrato in Firenze riprese l’attività politica, impiantò una tipografia clandestina nel suo palazzo e incominciò a diffondere scritti sovversivi. La tipografia non fu scoperta, ma il B., accusato di diffondere manifesti sediziosi, fu arrestato, sotto l’imputazione di conosciuto agitatore politico e di partecipazione a trame dirette a sconvolgere gli ordinamenti dello Stato , processato e condannato a sei mesi nella fortezza di Piombino (1852). La condanna fu commutata in un anno di esilio.
Tornato dall’esilio si dedicò allora a preparare la “rivoluzione”, tessendo dal suo palazzo fiorentino in via Lambertesca (dove oggi lo ricorda una lapide) tutta una serie di relazioni clandestine con Camillo Cavour, Giuseppe La Farina e altri che lo misero più volte in pericolo. Alla fine le sue iniziative vennero coronate dal successo che portò all’uscita di scena del Granduca da Firenze, il 27 aprile 1859. Lo stesso anno venne scelto come sindaco di Firenze, fino al 1863.
Nominato senatore nel 1862, non poté partecipare attivamente ai lavori dell’Assemblea. Gravemente malato e divenuto quasi cieco, dedicò le ultime energie allo studio delle riforme degli istituti di beneficenza
Nella commemorazione annuale della battaglia di Curtatone e Montanara a Santa Croce, ripristinata dal Comitato Fiorentino per il Risorgimento con la collaborazione dell’Opera di Santa Croce e L’associazione Regionale Artiglieri d’Italia non poteva mancare una riflessione sulla figura del marchese Ferdinando Bartolommei, che fu tra i primi a voler consacrare la giornata del 29 maggio al ricordo dei caduti fiorentini alla battaglia di Curtatone .
Il Convegno pertanto servirà ad inquadrare storicamente il ruolo di Bartolommei nel contesto del Risorgimento a Firenze ed in Toscana nel luogo fortemente simbolico di Santa Croce, Pantheon delle Glorie italiche
Locandina del convegno allegata con il programma degli interventi