Autore Emilio Gentile
Editore Laterza
Anno 2016
Pag. 156
Prezzo Euro 10,00
Oggi si discute molto della crisi della democrazia. Se ne parla come fosse un fenomeno nuovo, esploso nel primo decennio del terzo millennio, che sta mettendo a rischio la sovranità popolare. Ma non c’è nulla di nuovo. Spesso, nelle democrazie storicamente realizzate, il popolo non è stato realmente sovrano. Per tutto l’Ottocento e per metà del Novecento, infatti, la maggior parte degli Stati fondati sulla sovranità popolare ha escluso gran parte del popolo, uomini e donne, dalla scelta dei governanti. Inoltre, in vari momenti dell’epoca contemporanea, il consenso del popolo è stato usato dai governanti per espropriare il popolo stesso della sua sovranità. Infine, nessuno dei fattori dell’attuale crisi della democrazia – la tendenza oligarchica dei governanti e dei partiti, la corruzione della classe politica, la demagogia dei capi, l’apatia degli elettori, la manipolazione dell’opinione pubblica, la degradazione della cultura politica a slogan ed esibizione teatrale – è un fenomeno nuovo. Sono invece tutti fatti che appartengono alla storia delle democrazie contemporanee e che appaiono congeniti alle democrazie stesse. Emilio Gentile mostra in questo libro i meccanismi attraverso i quali, nel mondo attuale come nel passato, il “governo del popolo, dal popolo, per il popolo” tende a trasformarsi in una democrazia recitativa dove i governanti scelti dagli elettori sono un’oligarchia mascherata con la demagogia. La sovranità del popolo diventa così uno degli idòla del ventunesimo secolo.
Emilio Gentile, storico, allievo di Renzo De Felice.
Nella sua prima monografia, ha analizzato il ruolo della rivista La Voce nel panorama culturale e politico dell’età giolittiana (La Voce e l’età giolittiana, 1972). Successivamente si è dedicato alla nascita dell’ideologia fascista (Le origini dell’ideologia fascista, 1975) e alla figura di Mussolini (Mussolini e La Voce, 1GentileEmilio. – Storico italiano (n. Bojano, Campobasso, 1946). Allievo di Renzo De Felice, ultimati gli studi universitari ha intrapreso sin da subito la carriera accademica. Nella sua prima significativa monografia ha analizzato il ruolo della rivista La Voce nel panorama culturale e politico dell’età giolittiana (La Voce e l’età giolittiana, 1972), per poi iniziare a studiare la nascita dell’ideologia fascista (Le origini dell’ideologia fascista, 1975) e la figura di B. Mussolini (Mussolini e La Voce, 1976). Nel corso degli anni G. ha approfondito in particolare le ricerche sul fascismo e ha dato alle stampe numerosi saggi sui temi della modernità, della nazione, del totalitarismo, del pensiero mitico e delle religioni della politica (tra cui si ricordano Il mito dello Stato nuovo del 1982 e Le religioni della politica del 2001). Grazie ai suoi studi ha vinto, tra gli altri, il premio Hans Sigrist dell’Università di Berna (2003) e (sulla scia del suo Italiani senza padri del 2011) l’onorificenza Renato Benedetto Fabrizi dell’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia (2012). Del 2014 è il libro Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della grande guerra e del 2016 i suoi ultimi libri Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa e “In democrazia il popolo è sempre sovrano” Falso!. Considerato anche a livello internazionale il massimo storico italiano del fascismo, Gentile è docente di Storia Contemporanea presso La Sapienza di Roma Gentile si è specializzato sul periodo del fascismo, dando alle