Autore Frescura Attilio
Prefazione Mario Rigoni Stern Editore Ugo Mursia Anno 2015 Pag. 358 |
Prezzo 17,50 |
Il titolo Diario di un imboscato non deve trarre in inganno. Infatti, come dice lo stesso autore nella prefazione alla prima edizione (1919): “Le gradazioni dell'”imboscato” sono infinite. Il combattente ha sempre qualcuno che è “imboscato” rispetto a sé, e a sua volta è “imboscato” rispetto a qualche altro. La gradazione va dal soldato di pattuglia al “comandato al Ministero della Guerra, in Roma” dove non arrivano né i cannoni, né la flotta, né gli aeroplani. Così avviene che il soldato di pattuglia, ritornando nella trincea, dice ai suoi compagni che sono rimasti nel pericolo minore: “Ah, siete qui, eh, imboscati?””. Ecco dunque spiegata la “bizzarria” del titolo. Il contenuto dell’opera è, in sostanza, la lucida analisi di un “uomo comune”, che – pur vedendo con occhio favorevole la guerra – è tuttavia uno dei più puntigliosi nel documentarne gli elementi di dissenso e di estraneità; è una testimonianza resa da chi “a volte dice molto di più di quello che non vorrebbe dire”.
Attilio Frescura , nato a Padova nel 1881 e morto a Lecco nel 1943 è stato scrittore e giornalista. Era figlio di Angelo Frescura fondatore della prima fabbrica di occhiali del Cadore; lavorò a Bologna in qualità di redattore della casa editrice Cappelli, che pubblicò più di metà delle sue opere, a Bologna fu anche direttore del giornale Resto del Carlino e fondò il Corriere del pomeriggio. Cercò nuove strade di espressione fondando il Teatro Sperimentale Italiano. Fu interventista, ufficiale della Territoriale al fronte e decorato di medaglia d’argento e di medaglia di bronzo al valor militare; raccolse i suoi ricordi e commenti sulla Grande Guerra nel “Diario di un imboscato”, uno dei pochi testi privi di retorica pubblicati subito dopo la Grande Guerra e che conobbe un meritato successo.