Adriano Olivetti
Discorso per il Natale, Ivrea 24 dicembre 1949
(estratto)
L’anno che volge al suo tramonto è stato per la nostra fabbrica non soltanto un anno di intenso lavoro, ma un anno di raccoglimento e di preparazione […]. È motivo di compiacimento l’aver dato, negli anni scorsi, il massimo contributo alla soluzione dei problemi di lavoro della nostra città e dei paesi che ci attorniano […] non dimentichiamo di tutelare insieme ai figli delle altre famiglie i figli della nostra famiglia, perché taluni di essi ormai attendono da anni di entrare nella fabbrica ove i loro padri lavorano. […] Amici operai, io volevo con queste parole fare soltanto un breve giro di orizzonte sul nostro lavoro nell’anno che sta per finire, volevo confortarvi della nostra fiducia per il nostro avvenire indissolubilmente legato a quello del nostro Paese; formuliamo perciò l’augurio che dopo tanti anni di tristi e dolorose vicende, di inenarrabili sacrifici, quella gran parte della popolazione che ancora soffre della miseria e della disoccupazione sia sollevata in breve tempo verso una vita più civile, più degna, più umana […]. Debbo una calda parola di ringraziamento a voi tutti non solo per il vostro lavoro, ma perché uno spirito di comprensione, di tolleranza, di concordia ha aleggiato in questo stabilimento anche nei momenti più difficili. Noi abbiamo raccomandato e pregato affinché uno spirito di rispetto e di dignità delle altrui persone, delle altrui opinioni, delle altrui ragioni, fosse continuamente presente. È perciò stato motivo di grande conforto che in questi recenti anni non si sia, soprattutto nella nostra Ivrea, creduto alla virtù della violenza e si sia invece proceduto, sia pure con qualche contrasto, ad amichevoli accordi, a reciproche concessioni, a trasformazioni, a esperienze, a progressi che noi auguriamo di vedere ancora più profondi e più estesi. […] Con pazienza e tenacia cercheremo della nostra natura innalzerà a Dio un pensiero di amore e di pace e augurerà alla propria famiglia e ai propri compagni come oggi auguro a voi tutti, un buon nuovo anno.
Adriano Olivetti (Ivrea 1901-1960) era uno dei sei figli di Camillo Olivetti (Ivrea 1868-Biella 1943, di famiglia ebraica per parte di madre, fondatore nel 1896 della ditta Olivetti) e di Luisa Revel (figlia del pastore valdese di Ivrea, Daniele Revel di Torre Pellice). Nella città di Ivrea (“Ivrea la bella che le rosse torri / specchia sognando a la cerulea Dora / nel largo seno …”) Adriano si distinse per la originale, straordinaria personalità di imprenditore (diceva, tra l’altro, che “nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario minimo”), coltivò interessi politici, dando vita al movimento culturale e politico di Comunità (tra i principi ispiratori ill socialismo democratico, il liberalismo, il fabianesimo) insieme a collaboratori speciali, come – per esempio – Geno Pampaloni (Roma 1918 – Firenze 2001), scrittore, giornalista, eminente critico letterario.