Nel maggio 1860, prima di entrare a Palermo, Giuseppe Garibaldi affidò a Vincenzo Giordano Orsini il compito di guidare un piccolo gruppo dei Mille verso l’interno dell’isola, fingendo una ritirata. A questo episodio poco noto si rifà il film L’abbaglio (Italia, 2025, 131’). Quanto all’Eroe, Roberto Andò e i suoi cosceneggiatori Ugo Chiti e Massimo Gaudioso non vanno molto oltre l’immagine fissata nella nostra memoria, con il cavallo e il poncho. In primo piano portano invece Orsini (Toni Servillo, misurato e intenso), nobile siciliano e patriota italiano. Accanto a lui immaginano due antieroi malconci: Domenico Tricò, artificiere che torna nella terra da cui è scappato quindici anni prima, e Rosario Spitale, bugiardo e baro, in fuga dal Veneto per problemi con la giustizia (Salvatore Ficarra e Valentino Picone, bravissimi). I due disertano già a Marsala. Domenico si incammina verso casa e verso l’amata di un tempo. Rosario non ha una casa né un’amata da cui tornare, e insiste per seguirlo.
Sequenza dopo sequenza, la sceneggiatura abbandona sia la Leggenda sia la Storia dei Mille, e inventa la storia minima dei fuggitivi. L’effetto è l’emersione di una prospettiva critica, libera da preoccupazioni agiografiche. Una prospettiva, ancora, che illumina di un senso inatteso l’impresa da cui è venuta l’unità del nostro Paese, ma che finisce anche per illuminare difetti e pregi di noi che, con maggiore o minore dignità, maggiore o minore soddisfazione, lo abitiamo.
Il cammino di Domenico e Rosario, il loro e quello di molti sulla loro strada, è permeato di cinismo, di codardia, di ipocrisia. Ma anche di idealità e di coraggio pagati con il rischio e il sangue. Ed è però sorretto da inventiva e vitalità, per quanto più di una volta perfide e sleali. Il modello sembra quello di La grande guerra (Mario Monicelli, 1959), con i due antieroi che, ahi loro, si sbilanciano e fanno gli eroi. Ma è un’impressione – forse un abbaglio –, che la sceneggiatura capovolge in un metaforico redde rationem nazionale. Come accade quando all’inventiva e ai suoi eccessi sono imposte regole e trasparenza.
Roberto Escobar Il Sole 24 ore 2025
Salvo Ficarra e Valentino Picarra nel film l‘Abbaglio