Il Presidente degli Italiani
Caro Direttore, il tuo editoriale giunge opportuno e corrisponde pienamente al mio pensiero sulla funzione della carica e sulla nobiltà del presidente Mattarella che rimane in carica. La sua elezione ci ha sollevato l’animo perché erano corsi nomi da brivido, soprattutto tali da rendere il nostro paese, la favola comica agli occhi del mondo, o nomi di assoluta non riconoscibilità civile o, ancora, divisivi perfino per i partiti di appartenenza. Detto questo a me rimane un rammarico o, se preferisci, un’opinione personale magari sbagliata e irragionevole.
E’ la seconda volta consecutiva che viene confermato un presidente e ciò mi fa pensare male. Prima di tutto mi pare che ci sia un altro passaggio mentale verso un’idea presidenzialista completamente avulsa dallo spirito della Costituzione italiana, per cui tutto si svolge intorno alla personalità (vale anche per la presidenza del Consiglio) e non all’identità politica e ideologica ben nitida come avveniva una volta. Avverto anche un intimo terrore, l’affiorare di una sorta di inconscia voglia di monarchia che tende a identificare persona e potere (la cosa non riguarda Mattarella che – ripeto – è la scelta migliore in questo baratro). Tutto questo considerando che l’istituzione regge e che, tranne in almeno un caso, la Presidenza della Repubblica è sempre stata esercitata con grandissimo e alto senso dell’istituzione democratica. Altro fatto che mi fa male: la scelta del Presidente è avvenuta non al di dentro delle coscienze di deputati e rappresentanti regionali, ma in un gruppo ristretto di cinque o sei persone. Avrei preferito che quel gruppetto avesse prodotto una rosa di nomi e il Parlamento e gli altri soggetti avessero guardato con occhio protagonista e responsabile dentro la loro coscienza.
Grazie. cari saluti,
Fabio Bertini
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Caro direttore, prima dell’articolo 87 , chi vuole può leggere l’articolo 85 della Costituzione, che al primo comma recita: Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. La rielezione di Mattarella è andata dunque contro il dettato della Costituzione.
Anche con riferimento alla Costituzione, l’uscente aveva dichiarato di non voler…rientrare. Alle parole aveva fatto seguire i ( pubblicizzati ) saluti a Tizio e a Caio, la scena ( reclamizzata ) della ricerca di una “nuova casa” ( come se non ne avesse avuta mai o non ne avesse una ! ), la sceneggiata del “trasloco” con gli “scatoloni ” ( ampiamente e ripetutamente fotografati, anche oltre il ridicolo ). Alla fine , però, il buon ( democristiano ) Mattarella non ha voluto essere da meno del migliore ( comunista ) Napolitano e “non si è sottratto ” ( sic: lo stile – democristiano – non è acqua ) alla “seconda dose”. Salmodianti in corteo il segretario del NO a tutti Enrico Letta, i grillini ( di Conte, dell’ineffabile Di Maio, …di chi ? ), lo statista leghista ( competenza, coerenza e dignità, che superspettacolo !!!), l’affarista saudita ed altri in coda.
Il fatto peggiore – mi permetto – è che ormai stiamo scendendo ( e in gran parte già lo siamo ) in una repubblica presidenziale, opposta allo spirito della Costituente e della Costituzione, della quale da tempo si vedono le manifestazioni e le pratiche ( spudorate ).
Gli ideali risorgimentali, poi, sono sempre più lontani.
Adalberto Scarlino