LETTERE al Corriere della Sera 25 giugno 2020
Caro Aldo, lei ha scritto che nella guerra civile c’era una parte giusta e una parte sbagliata; ma questo non significa che ci fossero i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Cosa intende? Piero Sarti Milano
Caro Piero, intendo che era giusto e doveroso combattere i tedeschi invasori. Questo non significa che tutti coloro che lo fecero fossero brave persone, e che tutti quelli che fecero la scelta sbagliata fossero in cattiva fede. Mi piace ogni tanto rileggere l’ultima lettera del tenente Pietro Ferreira, comandante partigiano, nome di battaglia Pedro, che prima di affrontare il plotone d’esecuzione si rivolge a un nemico, il tenente Barbetti della Repubblica sociale, che al processo ha tentato invano di salvargli la vita.
Voi, scrive Ferreira, «mi avete fatto ricredere su molti preconcetti che avevo sul mondo fascista repubblicano. Conoscendovi ho appreso e ho dovuto constatare che anche tra le vostre file vi sono degli uomini puri, onesti e d’onore per i quali le doti morali, staccandosi nettamente da ogni considerazione di carattere politico, brillano di luce propria e rendono la propria personalità inattaccabile da qualsiasi calunnia o ingiustizia anche a fine politico… Voi non siete un criminale di guerra, come vi hanno definito, ma siete una persona d’onore, un puro, che segue la voce della coscienza e della lealtà. E ciò voglio dirlo, anzi, gridarlo io, Pedro Ferreira, in punto di morte. Possa questo mio grido che sale dalla fossa giungere all’orecchio di coloro che, non conoscendovi che per l’ufficio che occupate e la carica che rivestite, vi vogliono del male. Io vi ringrazio di tutto quanto avete fatto per me. Nell’ambito della giustizia avete fatto tutto quanto vi era possibile fare per salvarmi. Al processo tutto quanto potevate testimoniare a mio favore l’avete testimoniato, quantunque voi siate per me un nemico. Nuovamente commosso e riconoscente, vi ringrazio e vi auguro di ritornare felice domani in un’italia rinata a nuova vita, con la vostra signora e i vostri bambini nella vostra natia Capua ove vi sarei venuto a trovare un giorno se il destino non mi fosse stato così nemico. Ed ora vi saluto, tenente Barbetti, vi dico addio, e vi chiedo di permettermi di abbracciarvi e, superando tutto ciò che ci divide, considerarvi in questo supremo momento un caro, un vero amico. Tenente Pedro Ferreira». Aldo Cazzullo