LETTERE al Corriere della Sera 6 maggio 2021
Caro Aldo, sarei felice e grato se volessi ricordare Ernesta Bittanti Battisti di cui ricorre il 150° anniversario della nascita (5 maggio 1871). Marco Battisti, nipote di Ernesta Bittanti Battisti
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Caro Marco, è importante ricordare Ernesta Bittanti Battisti, perché fu una grande italiana e una vera patriota. «Siora Battisti, mi non capiso perché Ela la se mete sempre con quei che le ciapa»: questa era la frase in dialetto trentino che la domestica Faustina le ripeteva spesso, non capendo per quale motivo, anziché fare la vedova dell’eroe, si mettesse sempre «con quelli che le prendono». Ernesta era nata a Brescia e aveva passato la giovinezza tra la sua città, Cremona e Cagliari, dove la famiglia si era spostata al seguito del padre, professore di matematica. A Cagliari è la prima ragazza iscritta al liceo statale, nel 1882. Nel 1890 studia lettere e filosofia a Firenze. Casa Bittanti diviene ben presto un cenacolo di giovani intellettuali, tra cui ci sono Gaetano Salvemini e un giovane trentino, che si batte per riportare la sua città all’Italia: Cesare Battisti.
Nel 1896 Ernesta è tra le prime italiane a laurearsi. Insegna letteratura, ma nel 1898 viene radiata da tutte le scuole del Regno per le sue idee socialiste. Nel 1899 sposa Battisti in una cerimonia civile a Firenze, poi si trasferisce a Trento e con lui fonda un giornale socialista, Il Popolo. Si batte per l’abolizione della pena di morte, ancora in vigore nell’Impero asburgico, e per il divorzio. Nel 1901 nasce il primogenito Luigi, detto Gigino; poi vengono Camillo e Livia. La notte di Capodanno del dicembre 1908 Ernesta va a Messina per portare aiuti ai terremotati. Il marito è deputato socialista a Vienna. Nell’agosto del 1914 le scrive una cartolina con un messaggio sotto il francobollo: «La guerra è sicura».
Volontario, catturato in montagna, il 12 luglio 1916 Cesare Battisti viene impiccato nel Castello del Buonconsiglio di Trento. Quel giorno Ernesta è a Padova, dove in un crescendo di angoscia e presentimenti la raggiungono notizie confuse, che danno Cesare prima caduto sul fronte, poi prigioniero. Apprende con certezza dell’esecuzione solo cinque giorni dopo, il 17 luglio. Le fotografie degli ultimi momenti di Battisti e degli austriaci che ridono attorno al cadavere indigneranno mezza Europa.
Ernesta non avrà altri mariti. Cesare era insostituibile. Anche per questo lei si batterà per tutta la vita contro l’uso strumentale che si tenterà di fare della sua memoria. Antifascista, dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti si reca polemicamente alla fossa del Buonconsiglio, per velare di nero in segno di lutto il cippo che segna il luogo dell’esecuzione di Battisti. Aldo Cazzullo