Un film di Leonardo Tiberi.
Documentario, – Italia 2014.
Il progetto del film prevede un suggestivo e sperimentale intreccio di riprese dal vero e immagini di repertorio, tratte dal grande Archivio Storico Luce, nell’anno in cui oltre alla ricorrenza del conflitto cade il 90mo dalla fondazione dell’Istituto Luce. E grande interesse e curiosità hanno suscitato proprio le prime immagini d’archivio, presentate in anteprima al Salone del Libro di Torino: fotogrammi rielaborati con una particolare e minuziosa opera di coloritura e sonorizzazione, un intervento tecnico totale sui filmati d’epoca, inedito per l’Italia. Una ‘attualizzazione’, per dirla con le parole del regista, che restituisce volti, paesaggi, azioni, atmosfere dell’evento bellico come realmente mai sono state viste. Una ricerca quindi non puramente tecnica, ma che si fa drammaturgia, per calare lo spettatore in un racconto quanto più possibile vivo e partecipato.
I Milite ignoto, i cui resti riposano a Roma nell’Altare della Patria, è anonimo per definizione. Si tratta di un caduto della prima guerra mondiale fra i tanti che non fu possibile riconoscere.
Ma il regista Leonardo Tiberi, nel film Fango e Gloria, ha immaginato di dargli un nome: si tratterebbe del giovane romagnolo Mario,ufficiale di complemento, interpretato da Eugenio Franceschini.
Nella finzione scenica viene ucciso nel giugno 1918, durante la battaglia del solstizio in cui le forze armate italiane respinsero l’ultima disperata offensiva degli austro-ungarici.
Fango e Gloria non racconta solo la storia di Mario, del padre tipografo (Domenico Fortunato), della fidanzata Agnese (Valentina Corti) e del suo amico del cuore Enrico (Francesco Martino). Le vicissitudini dei personaggi offrono lo spunto per ricostruire la tragedia della guerra: assistiamo così agli interrogativi che precedono l’intervento italiano, alle sofferenze della vita delle trincea, alle fasi di tensione prima degli attacchi. C’è l’incontro tra gli italiani del Nord e del Sud, nel rapporto tra Mario ed il sergente siciliano Zabaglia.
Compaiono anche, nei materiali d’archivio, personaggi famosi come il poeta Gabriel D’Annunzio ed il comandante Luigi Rizzo, leggendario eroe della Marina italiana. E non mancano i riflessi del conflitto sulla società nel suo complesso, compresa l’estensione del lavoro femminile: Agnese lascia la Romagna e si impiega a Milano nell’industria aereonautica di Giovanni Caproni.
L’opera è pensata soprattutto come strumento didattico. Rientra insomma tra le iniziative intese a favorire la conoscenza della Grande Guerra.
Il film di Tiberi si colloca ben distante da ogni retorica militaristica, semmai sottolinea le contraddizioni generate da una situazione estrema: il soldato Basile non conosce Mario e rischia la vita per salvarlo, ma poi, constatato che non c’è nulla da fare, sottrae al cadavere l’orologio (un regalo d’Agnese), impedendone così il riconoscimento.
D’altronde senza quel furto, Mario non potrebbe diventare il Milite Ignoto.
Antonio Carioti Corriere della Sera 25 agosto