Autore Leone Ginzburg
Editore Castelvecchi
Anno 2015
Pag. 60
Prezzo Euro 9
In questo breve saggio scritto nel 1932, pochi anni prima del suo arresto per attività antifascista, Leone Ginzburg racconta il rapporto affettuoso e sincero che legò, nel corso di molti anni, due tra le figure più rilevanti e peculiari dell’Ottocento europeo, Giuseppe Garibaldi e Aleksandr Herzen. Attraverso la descrizione dei rari ma significativi incontri tra due protagonisti dei moti rivoluzionari che sconvolsero l’equilibrio creato dal Congresso di Vienna e la discussione di alcuni documenti e lettere dell’epoca, Ginzburg riesce a restituire tutta la vivacità intellettuale e morale del periodo in cui si andavano formando le coscienze nazionali. Il giudizio su Mazzini, i rapporti con l’Inghilterra, le speranze del Risorgimento, il futuro dell’Italia: nelle parole e nelle riflessioni di queste due grandi personalità del passato, il giovane storico rintraccia le passioni e i sentimenti che hanno segnato alcuni dei momenti più alti della storia d’Europa e in seguito hanno caratterizzato la tradizione democratica e liberale a cui lo stesso Ginzburg sacrificò la propria vita.
Leone Ginzburg Letterato e uomo politico italiano di origine russa, compie gli studi a Torino, alla cui università insegna giovanissimo Letteratura russa. Collabora alla nascita della casa editrice Einaudi ed è tra i fondatori di Giustizia e Libertà. Condannato al confino in Abruzzo nel 1940, viene liberato dopo la caduta del regime e si unisce alla Resistenza romana, nelle file del Partito d’Azione. Arrestato ancora una volta, muore in carcere nel febbraio 1944. Il suo Scrittori russi è stato pubblicato postumo nel 1948, mentre nel 1964 Einaudi ha raccolto i suoi saggi nel volume Scritti. Per Castelvecchi è uscito La tradizione del Risorgimento (2014) e Garibaldi e Herzen (2015).