IL SENSO DELLO STATO
Credo si possa ritenere che la lettura del libro Giolitti – Il senso dello Stato, biografia scritta da Aldo Mola, aiuti a comprendere il momento storico che stiamo vivendo. Seicento pagine attraverso le quali l’Autore ha messo a fuoco la persona, l’uomo di governo e i tratti fondamentali dell’epoca che da lui prese il nome.
Lungo un percorso che descrive compiutamente gli 86 anni di vita dell’ultimo vero gigante dell’Italia liberale emergono alcune tematiche di fondo che rendono la lettura del testo di estremo interesse anche per far luce sugli anni che stiamo vivendo. Aldo Mola si è giustamente soffermato sui primi quarant’anni di vita dell’esponente liberaldemocratico.
Giolitti, infatti, prima di cimentarsi nell’agone politico maturò un’eccellente competenza tecnica che per quattro decenni mise al servizio del buon governo e della buona amministrazione pubblica. Non è grazie allo sguardo benevolo dell’Autore del libro, quindi, che si devono i continui e pertinenti richiami alla capacità di Giolitti di districarsi fra bilanci pubblici, disegni di legge, dati statistici demografici ed economici.
Nel libro è documentata con dovizia di particolari la politica riformista che Giolitti cercò di portare avanti nel corso della sua esperienza di politico di rango. Emerge con chiarezza la lungimiranza dell’uomo di stato che assegna alla politica il compito di disinnescare per tempo le tensioni che si annidano nel profondo della società e che rischiano di trasformarsi inevitabilmente in gravi conflitti sociali. Da qui la necessità di un’azione di governo riformista che puntasse sull’equilibrio di bilancio, sugli investimenti pubblici, sull’istruzione, sul miglioramento delle condizioni economiche delle classi sociali più disagiate che sarebbero state consegnate, diversamente, al catastrofico programma rivoluzionario delle sinistre.
Da qui il rifiuto della Prima guerra mondiale e, ancora prima, l’avvertita urgenza di allargare il suffragio elettorale affinché il nuovo stato fosse percepito come la casa comune di tutti gli Italiani.
Nel descrivere la carriera politica di Giolitti, Mola porta il lettore a immergersi dentro le gravi difficoltà che l’Italia liberale dovette affrontare per sopravvivere agli attacchi dei conflitti sociali di fine Ottocento e inizio Novecento e alle nefaste conseguenze dell’incalzare della democrazia di massa che consegnò ad abili populisti il consenso di milioni di italiani.
Il libro restituisce il dramma che lo statista di Dronero visse per tentare di sottrarre il giovane stato italiano dagli attacchi dell’estrema destra, che voleva azzerare le libertà consacrate nello Statuto albertino per reprimere le rivendicazioni dei socialisti, i quali vaneggiavano, di contro, orrendi sogni rivoluzionari e infine dei cattolici, la cui maldestra intransigenza morale impedì loro di accettare responsabilità di governo con i rappresentanti del vecchio partito liberale.
Rocco Todero Il Foglio Quotidiano 12 febbraio 2021
Aldo Mola (Cuneo, 1943), storico e saggista, dal 1967 ha pubblicato opere sul Partito d’azione, sul Bisorgimento, sull’unificazione nazionale e i suoi protagonisti (Mazzini, Garibaldi, i re d’Italia). Per Bompiani ha pubblicato Storia della monarchia in Italia (2002) e le biografie di Silvio Pellico (2004) e di Giosue Carducci (2006). Il suo Giovanni Giolitti (2003) è nei Classici della Storia Mondadori. Contitolare della Cattedra Théodore Verhaegen dell’Università Libera di Bruxelles, nel 1980 è stato insignito della Medaglia d’oro di benemerito della cultura.
Autore Aldo Mola
Editore Rusconi
Anno 2019
Pag. 606
Prezzo 24 euro