18 aprile-19 ottobre 2014
Villa Bardini, Costa San Giorgio 2, Firenze
Orario:10-19 (chiusa il lunedì).
Tra maggio e settembre sono previste altre iniziative ed esposizioni presso l’Accademia delle Arti e del Disegno, Casa Siviero dove sarà possibile vedere i dipinti di Flavia Arlotta ed i disegni di Colacicchi.
Si è aperta a Firenze, nelle sale di Villa Bardini, una mostra antologica sull’opera di Giovanni Colacicchi (Anagni 1900 – Firenze 1992), uno tra i più importanti e significativi artisti del Novecento, nella Firenze tra le due guerre. Dal 18 aprile al 19 ottobre la mostra GIOVANNI COLACICCHI. Figure di ritmo e di luce nella Firenze del ’900 a cura di Susanna Ragionieri e Mario Ruffini, con la consulenza scientifica di Carlo Sisi e la collaborazione degli eredi Piero e Francesco Colacicchi, offrirà al pubblico l’opportunità di ammirare circa 80 significative opere dell’artista.
Le opere fanno parte delle collezioni di Gallerie pubbliche come la Galleria degli Uffizi o la Galleria d’Arte Moderna di Firenze, presso Istituzioni pubbliche come la Scuola di Areonautica Militare o l’Accademia di Belle Arti del Disegno, chiese e cappelle, senza dimenticare le collezioni private, come quella dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Quest’ultima contribuisce all’esposizione con uno dei capolavori di Colacicchi, Allegoria della danza, della musica, della commedia, della filosofia e della poesia per un cinematografo, per oltre mezzo secolo esposto nella hall dell’ex cinema Gambrinus. Un’opera nella quale l’artista concentra la sua estetica della luce, del ritmo e della musica e dove emerge potente la sua ammirazione per la bellezza del corpo umano e l’amore per la natura. Come sarà in tutte le sue opere, dove la anche l’ombra è generatrice di luce, una luce calda e vivificante che echeggia la luminosità dei paesaggi mediterranei.
Giovanni Colacicchi è da considerarsi una delle figure più interessanti all’interno della realtà culturale fiorentina a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra il suo lavoro sempre aderente e coerente ad una propria estetica lo isolò in parte e la mostra di Villa Bardini, a vent’anni dalla sua morte, vuole riscoprire un’artista che fu animatore di quel microcosmo di intellettuali a cui egli si legò di amicizia e con i quali collaborò. Fu amico di poeti come Montale, di scrittori come Alessandro Bonsanti, Tommaso Landolfi, Vasco Pratolini, Primo Levi, musicisti come Vittorio Gui e Luigi Dallapiccola e intellettuali e uomini di cultura. E proprio il suo impegno culturale e civile fu continuo nel secondo dopoguerra come Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e critico d’arte nella terza pagina de La Nazione. Fu tra i fondatori della rivista Solaria e partecipò a numerose Biennali.