La sera del 4 novembre una fiaccolata, che tra la Basilica di San Miniato e piazza Santa Croce si snoderà per le strade di Firenze, sarà il momento più significativo delle manifestazioni( mostre, pubblicazioni, convegni), promosse per ricordare i 50 anni della drammatica alluvione del 1966.
Tutte queste iniziative celebrano in particolare l’opera di soccorso degli Angeli del fango, così vennero chiamati i giovani provenienti da tutto il mondo, oltre che dalle altre regioni italiane, i quali intervennero per salvare il patrimonio artistico, in primo luogo quello librario, rimasto sotto l’acqua ed il fango dell’Arno.
In quei giorni drammatici ci fu anche la risposta immediata dei fiorentini, giovani ed anziani, uomini e donne che reagirono in maniera attiva alla situazione di emergenza in cui si trovarono senza vittimismo o fatalismo, anzi con ironia come è nel carattere dei toscani.
Per 10 giorni senza acqua, luce e gas gli abitanti delle zone alluvionate, Angeli nel fango, come giustamente li ha chiamati don Giampietro Gamucci, parroco nel 1966 della chiesa di San Niccolò in uno dei quartieri più colpiti dalla furia dell’Arno, hanno spalato nelle strade, nei negozi e nelle botteghe, nelle case e nei scantinati , nelle scuole e negli uffici pubblici mostrando che nei momenti drammatici del nostro Paese si risveglia e risorge un forte senso di solidarietà e di partecipazione collettiva.
Risorgono appunto e si rinsaldano, ieri come oggi, in tempo di guerra o di pace, quei valori civici e nazionali, nati negli anni del Risorgimento, che hanno segnato eventi bellici o naturali della storia d’Italia, dai campi di battaglia di Curtatone e Montanara del 1848 alla disfatta dell’esercito austriaco a Vittorio Veneto nel 1918, dal terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 alla cronaca drammatica di questi giorni del violento sisma nel Centroitalia!