Autore Giovanni Grasso
Editore Rizzoli
Pagine 384
Anno 2021
Prezzo € 19,00
Il Romanzo
Roma, 1928. Ruth Draper, attrice newyorkese, è una donna colta, indipendente, schiva. Si è votata al teatro come una vestale al tempio e non ha mai ceduto alle lusinghe dell’amore. Fino a quando, nella Città Eterna per una tournée, non incontra il giovane e fascinoso Lauro de Bosis. Dandy per eccellenza, poeta per vocazione, antifascista per scelta, aviatore per necessità, Lauro è un visionario ma è anche un uomo coraggioso capace di passare all’azione: con due amici infatti ha fondato un’organizzazione segreta che diffonde messaggi clandestini di propaganda contro il regime. Tra il giovanissimo Lauro e la matura Ruth, nonostante diciassette anni di differenza, scoppia un amore travolgente e tragico, che si cementa nella lotta al fascismo. Sullo sfondo, l’Italietta del regime, ma anche l’inquieto mondo dell’antifascismo in esilio, tra Parigi, Londra e Bruxelles e l’America divisa tra i fremiti del jazz, la cappa del Proibizionismo e la Grande depressione. Dopo Il caso Kaufmann, Giovanni Grasso torna a mescolare storia e invenzione, ricostruendo nei dettagli l’epopea e il ricco mondo di relazioni di un eroe dimenticato che fece tremare la dittatura: la sera del 2 ottobre 1931, a bordo di un piccolo monoplano, Lauro de Bosis sorvolò Roma, beffando clamorosamente il regime, prima di scomparire nel Tirreno al termine di un volo fatale compiuto in nome della libertà.
Giovanni Grasso, Roma 1962, è un giornalista, scrittore e autore televisivo italiano, consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica dal 2015.
E su Roma piovvero volantini antifascisti
Angelo Varni Il Sole 24 Ore Domenica 10 ottobre
Il cielo terso di un tramonto romano, mentre gli ultimi raggi di un sole ormai appannato dall’autunno incombente cercavano di resistere all’incalzare dell’oscurità, veniva attraversato dal rombo inatteso di un piccolo velivolo monoplano biposto, il Pegasus, dal quale piovvero sui luoghi più noti del grand tour della Città Eterna quattrocentomila volantini inneggianti alla libertà, alla democrazia, al rifiuto dell’oppressione fascista.
Era il 3 ottobre 1931 e lo pilotava un ardimentoso trentenne, Lauro De Bosis, che era riuscito abilmente a beffare i controlli posti in atto dalla polizia e a penetrare nello spazio aereo nazionale, per testimoniare la sua generosa – e magari utopica – volontà di risvegliare con un gesto esemplare al limite del martirio le coscienze sopite e manipolate dal regime in “camicia nera”. E il martirio in effetti si compì: portata a termine con successo la sua impresa, lungo la rotta del ritorno verso la Corsica, forse per mancanza di carburante e nella più completa oscurità, l’aereo si inabissò nelle acque del Tirreno rendendo impossibile il ritrovamento dei rottami e del corpo del pilota.
Del percorso intellettuale ed etico che aveva condotto De Bosis a misurarsi con una simile prova ci parla questo volume, che già nel titolo (Icaro, il volo su Roma) richiama il protagonista del mito greco, cui lo stesso giovane antifascista , nella sua attività di docente di letteratura italiana negli Stati Uniti, di traduttore di autori classici e di scrittore, aveva dedicato una tragedia in versi premiata alle Olimpiadi di Amsterdam. In quest’opera Icaro non viene descritto come un ragazzino disobbediente al padre, bensì quale un eroe che decide di morire per la libertà del suo popolo. Anticipazione premonitrice di un esito cui l’autore si sarebbe votato pochi anni dopo. La raffinata formazione culturale di De Bosis, figlio di Adolfo, poeta e saggista di qualche notorietà, risentì profondamente della temperie del tempo, tra crisi dello Stato liberale, ideali patriottici esaltati dalla guerra ma poi disattesi, fremiti di un superomismo dannunziano presto insoddisfacente per il suo agitatorio estetismo fine a sé stesso. Ma ben presto individuò la propria strada nel rifiuto della violenza esercitata dal fascismo per raggiungere e conservare il potere, avvertita quale tradimento dei valori che avevano costruito l’Italia democratica del Risorgimento e ai quali occorreva ritornare con lo stesso spirito di eroico sacrificio dimostrato dalle giovani generazioni di quella stagione gloriosa…