Il giardino di Boboli è il parco che si trova sul retro di Palazzo Pitti, la residenza dei Medici che poi passò ai Lorena e infine ai Savoia. Si tratta di un grande spazio verde che si estende su 45.000 metri quadrati ed è un meraviglioso esempio di giardino all’italiana di cui i fiorentini possono godere gratuitamente (a loro basta esibire un documento di identità per attestare la residenza), l’ingresso dei turisti è invece a pagamento.
I Giardini, che si “arrampicano” sul colle di Boboli e che giungono fino al Forte di Belvedere nacquero in piena epoca rinascimentale quando i Medici acquistarono il palazzo dalla famiglia Pitti; durante il corso dei secoli vennero poi aggiunte nuove porzioni e abbelliti con statue, costruzioni, ninfei, fontane e laghetti fino ad assumere lo stupefacente aspetto attuale.
Si sviluppano lungo due assi da cui si dipartono viali trasversali che conducono a diversi punti caratteristici. L’asse principale mantiene come punto centrale il palazzo stesso e assume la forma di uno spettacolare anfiteatro che sale sul colle e che ricorda le sembianze di una campana. Al suo centro svetta un obelisco egiziano che possiede un particolare basamento bronzeo composto da tartarughe e si trova accanto a una vasca proveniente dalle Terme di Caracalla.
Più in alto rispetto all’anfiteatro si trova la Fontana del Nettuno, maestosa composizione con statue cinquecentesche e al culmine dell’asse si giunge al Giardino del Cavaliere che arriva a toccare le antiche mura cittadine. E’ posto sopra uno dei bastioni che Michelangelo aveva predisposto per la difesa della città e per raggiungerlo occorre salire una scala con rampe curve che si incrociano e che in architettura vengono definite “a tenaglia”.
Qui, oltre a godere della vista delle siepi e delle profumate specie di fiori, si può ammirare una bella fontana con putto e la Palazzina che il cardinale Leopoldo Medici utilizzava per le sue conversazioni letterarie e artistiche e che, dopo un ampliamento, divenne invece il luogo dei festeggiamenti estivi dei Lorena. Attualmente è la sede del Museo delle Porcellane.
Scendendo poi la collina e procedendo verso est si incontra la settecentesca Kaffeehaus, una costruzione in stile rococò con un’originale cupola: qui venivano serviti caffè e cioccolata ai proprietari e ai loro ospiti ed è possibile salire sul punto più alto della costruzione per ammirare lo splendido panorama.
A lato dell’edificio si scorge la Grotticina della Madama, piccole grotta decorata al riparo della quale si cercava refrigerio nelle calde giornate estive. Sono poi da notare la grottesca figura che orna la Fontana del Bacchino e che rappresenta il nano di corte sul dorso di una tartaruga e la Grotta del Buontalenti che è un vero capolavoro. La costruzione rappresenta tre ambienti che simulano una grotta con la presenza di stalattiti e spugne, è ornata di statue e di dipinti, tra cui una pregevole opera del Giambologna, Venere che esce dal bagno, e un tempo ospitava giochi d’acqua e una folta vegetazione.
Il secondo asse lungo il quale si sviluppa il Giardino di Boboli è il Viottolone che si imbocca presso la Kaffeehaus e che è fiancheggiato da due file di cipressi e da altrettante statue sia di origine romana che più recenti. L’ampio passaggio si interseca con tre viali trasversali e si formano così dei comparti ben divisi tra loro. Percorrendo il primo, ornato da lecci e sculture, si incontra al suo termine una fontana denominata dell’Oceano, lungo il secondo invece si giunge ad ammirare il Busto di Giove del Giambologna.
Il terzo viale trasversale prevede diversi percorsi che si intrecciano tra loro e che conducono proprio al termine del Giardino dove sorge l’Isolotto che è un’enorme vasca al centro della quale si trova un’isola che è raggiungibile con due passerelle. Poco lontano sorge l’emiciclo il cui perimetro è segnato da nicchie contenenti busti colossali
L’origine del nome nasce forse dai possedimenti della famiglia Borgolo, che si trovavano nel territorio della chiesa di Santa Felicita il Oltrarno, che Luca Pitti acquistò come orti nel 1418, quarant’anni prima di iniziare la costruzione del palazzo che dalla sua famiglia prese in nome. Con il passaggio della proprietà ai Medici nel 1549, per l’acquisto da parte di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, iniziarono gli ampliamenti e abbellimento che coinvolsero anche il giardino, il quale fu iniziato da Niccolò Tribolo, che dieci anni prima aveva già superbamente lavorato ai giardini della Villa medicea di Castello.
Il Tribolo lasciò un progetto al quale si attribuisce quasi certamente l’anfiteatro ricavato dallo sbancamento della collina, con il primo asse prospettico nord-ovest / sud-est tra il palazzo e il futuro Forte di Belvedere. Il Tribolo morì di lì a poco nel 1550, quindi la direzione dei lavori passò a Bartolomeo Ammanati e in seguito a Bernardo Buontalenti. Dopo di loro, nel XVII secolo la continuazione dell’abbelllimento del giardino fu opera di Giulio Parigi e del figlio Alfonso, i quali realizzarono l’ampliamento verso sud con il secondo asse del giardino verso Porta Romana
L’ingresso al Giardino di Boboli è su Piazza de’ Pitti e il costo del biglietto è di 7 euro per l’intero e 3,50 per il ridotto. Il biglietto consente la visita anche al Museo delle Porcellane, a quello degli Argenti, al Giardino Bardini e alla Galleria del Costume.
E’ possibile acquistare un biglietto cumulativo della validità di tre giorni che permette di accedere a tutti i musei di Palazzo Pitti e il cui costo è 11,50 euro intero e 5,75 ridotto.
Le visite iniziano sempre alle ore 8.15, sia nei giorni feriali che in quelli festivi, ma gli orari di chiusura sono diversi secondo le stagioni. In particolare:
– a novembre, dicembre, gennaio e febbraio la chiusura è alle 16.30
– a marzo e nei giorni di ottobre in cui è in vigore l’ora solare alle 17.30
– ad aprile, maggio settembre e ottobre (solo in periodo di ora legale) alle 18.30
– a giugno, luglio e agosto alle 19.30.
Gli ingressi sono vietati a partire da un’ora prima della chiusura.
I Giardini restano chiusi a Capodanno, Natale e il 1° maggio e il primo e l’ultimo lunedì di ogni mese