“Per risvegliarci come nazione, dobbiamo vergognarci del nostro stato presente. Rinnovellar tutto, autocriticarci. Ammemorare le nostre glorie passate è stimolo alla virtù, ma mentire e fingere le presenti, è conforto all’ignavia e argomento di rimanersi contenti in questa vilissima condizione.”.
Giacomo Leopardi
Diversi politici ed opinion maker in questi giorni gridano allo scandalo per la nascita del governo di Mario Monti: la tecnocrazia si sostituisce alla democrazia, le multinazionali della finanza e dell’economia commissariano l’Italia, i professori universitari senza la legittimazione del voto assumono la tutela dei partiti.
Le critiche provengono in buona parte dai nostalgici del comunismo, del berlusconismo e della secessione, ma anche da chi è preoccupato per l’eventuale fallimento di un’iniziativa politica, anomala nella storia della democrazia italiana, dimenticando però il discredito e l’implosione a cui era giunta nostra classe dirigente e non ricordando di avere invece come unica istituzione credibile la Presidenza della Repubblica, che nel rispetto delle leggi non a caso ha promosso la nascita di questo governo.
Infatti Giorgio Napolitano in tutti questi mesi, con rigore ed autorevolezza, ha aiutato, il popolo italiano a mantenere saldi i legami che da 150 anni lo uniscono ed a essere orgoglioso del suo Paese.
150 anni fa la Destra storica con Marco Minghetti, Quintino Sella, Silvio Spaventa guidò dopo Cavour la costruzione dello stato unitario, avendo come primi obiettivi il sistema fiscale, il pareggio del bilancio e l’unità monetaria di cinque diversi stati. Erano altri tempi: l’Italia non era ancora la settima potenza industriale del mondo, l’80% degli italiani era analfabeta e votavano solo gli uomini con un livello alto d’istruzione (il2% della popolazione), pur tuttavia la classe dirigente di allora era mossa in primo luogo non da interessi di parte, ma dall’interesse nazionale e da sentimenti patriottici.
Quei sentimenti e quell’interesse nazionale sono le ragioni costitutive del governo di Mario Monti, per cui se in Italia è giunto il momento storico di un terzo Risorgimento politico, civile e morale ben venga allora il governo degli “Ottimati” !