Il lungarno Torrigiani, è quel tratto della sponda sud dei lungarni fiorentini che va da piazza piazza Santa Maria Soprarno al ponte alle Grazie. Dal lungarno si gode una straordinaria vista sugli Uffizi, il Corridoio Vasariano, il Ponte Vecchio, la Camera di Commercio e più lontano il Lungarno della Zecca Vecchia con l’omonima Torre. All’angolo di ponte alle Grazie c’e Palazzo Torrigiani, che in posizione panoramica sull’Arno dà appunto il nome al lungarno. Poi accanto al palazzo in un’area verde rettangolare, dotata di panchine si affaccia la Chiesa evangelica luterana, in stile neo-gotico. Il palazzo Capponi alle Rovinate è un altro edificio significativo del lungarno Torrigiani.
La disastrosa voragine che il 25 maggio si è aperta sul lungarno, a parte l’allarme che ha suscitato presso l’opinione pubblica e la doverosa ricerca delle responsabilità di ciò che è accaduto, ha anche fatto conoscere a tutti, fiorentini e stranieri, la bellezza di questa parte della città.
Pochi però sanno che il lungarno Torrigiani, come quasi tutti i lungarni fiorentini, non appartiene alla storia della Firenze medievale e rinascimentale, la Firenze delle cartoline e dei manuali di Storia dell’Arte, ma alla Firenze moderna degli anni di Firenze Capitale e del piano Poggi per l’ingrandimento della città del 1865.
Infatti la realizzazione del lungarno Torrigiani con la prosecuzione poi del lungarno Serristori, e successivamente del lungarno Cellini fino a ponte San Niccolò, non solo apriva la città al fiume, ma soprattutto era un via di comunicazione interna alla città, di collegamento con il viale dei Colli e con i viali di Circonvallazione. Geniale poi fu liberare la Torre di San Niccolò dalle mura antiche, di cui era la Porta, farne il perno dell’attuale piazza Poggi e con le Rampe che salgono a Piazzale Michelangiolo creare un ulteriore snodo infrastrutturale.
A Pisa invece sulla spalletta del Lungarno Pacinotti nei pressi del caffè storico dell’Ussero si trova una lapide in onore di Giacomo Leopardi che durante il soggiorno pisano (1827-1828) cantò le lodi di Pisa e dei suoi lungarni. L’aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze. Questo Lungarno è uno spettacolo così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze né a Milano né a Roma. E veramente non so se in tutta l’Europa si trovino molte vedute di questa sorta.
Ma nel 1828 non esistevano ancora i lungarni a Firenze e forse Leopardi se fosse stato vivo ai tempi di Firenze Capitale non sarebbe stato così perentorio nel dare un giudizio così negativo sulle vedute fiorentine!