Piazzale Michelangelo Firenze
Il monumento segna il centro dell’ampio piazzale, snodo fondamentale del viale dei Colli, progettato da Giuseppe Poggi nell’ambito del piano di ingrandimento della città di Firenze negli anni in cui questa fu Capitale d’Italia (1865-1871). Andrà quindi letto sia in rapporto alla particolare situazione spaziale sia, soprattutto, in relazione alla vicina Loggia caffè (1871-1873), progettata dalla stesso Poggi e originariamente pensata come museo di originali e di calchi michelangioleschi, dove inoltre doveva trovare spazio una grande statua raffigurante lo stesso artista per la quale si era reso disponibile lo scultore Giovanni Dupré, in modo da “costituire quasi una tribuna a Michelangelo, come in altri tempi fu fatta la tribuna di Galileo” (Poggi 1882). L’opera si presenta posta su di una ampia gradinata, provvista di un alto basamento in marmo con specchiature e riporti in bronzo, caratterizzata da quattro volute su cui poggiano le copie in bronzo dei così detti ‘Crepuscoli‘ di Michelangelo (le statue della Notte, del Giorno, del Crepuscolo e dell’Aurora della Sagrestia Nuova della basilica di San Lorenzo). Al vertice è la copia in bronzo del David già posto in piazza della Signoria e ora conservato nella Galleria dell’Accademia. Per quanto il monumento sia stato inaugurato il 13 settembre del 1875, l’insieme e in particolare la figura del David ha conosciuto una gestazione lunga e complessa. L’idea di realizzare una copia della grande opera michelangiolesca ebbe infatti origine negli anni del trasferimento dell’originale (dovuto a motivi conservativi) nei locali dell’Accademia, al fine di collocarla nella sua storica ubicazione davanti al Palazzo Vecchio. Così, nel 1846, Leopoldo II di Lorena commissionò il lavoro al bronzista Clemente Papi che, l’anno seguente, realizzò dall’originale un calco in gesso ora conservato presso la Gipsoteca dell’Istituto d’Arte di Firenze (calco di importanza fondamentale perché da questo sarebbero derivate tutte le successive copie, evitando all’originale i rischi che l’operazione di calco comporta). Gli alti costi per la traduzione in bronzo e le difficoltà tecniche dell’impresa per le dimensioni della figura portarono a una lunga interruzione dei lavori, e solo nel 1866 (aperti i locali della nuova fonderia reale nei pressi di porta San Gallo e resosi disponibile il bronzo di una serie di cannoni dismessi dagli arsenali militari di Firenze) Clemente Papi potette procedere al getto, a spese del governo della Toscana e del Governo del Regno d’Italia. Vista l’eccezionalità dell’impresa il bronzo fu quindi inviato e presentato all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 dove, oltre all’unanime plauso, fu premiato dalla giuria con una medaglia al merito. Tuttavia la realizzazione fu giudicata non consona per essere collocata in piazza della Signoria, reputando che il bronzo avrebbe alterato i rapporti cromatici dello spazio. Nel 1868 il governo donò quindi al Comune di Firenze la copia, lasciando all’amministrazione il compito di trovare una adeguata sistemazione. Si giunse così all’idea di recuperarla nell’ambito del progetto predisposto da Giuseppe Poggi, destinandola al piazzale prossimo alla basilica di San Miniato, in posizione dominante rispetto alla città. Il monumento fu quindi ripensato e progettato dallo stesso Giuseppe Poggi come omaggio a Michelangelo e non come singola figura, quindi arricchito di ulteriori copie di sue realizzazioni. “Ed il Consiglio, approvando il progetto, fece una viva discussione circa la scelta tra la fusione in bronzo e la galvanoplastica per le quattro statue; e fu deliberato di fonderle in bronzo, non con minore economia, ma con maggiore effetto e durata” (Poggi 1882). Nel 1872, così, Clemente Papi fuse le copie dei ‘Crepuscoli’, su forme in gesso realizzate dal suo aiutante Luigi Stiattesi. Nel 1874 i vari bronzi vennero trasportati al piazzale e il monumento composto come da progetto e completato da quattro lapidi con iscrizioni di Cesare Guasti. La solenne inaugurazione si tenne il 13 settembre 1875.
Nonostante l’attuale rivalutazione del progetto poggiano a lungo oggetto di critiche, si tende ancora a valutare negativamente l’intervento senza tener di conto della cultura e della sensibilità ottocentesca e soprattutto senza comprendere il valore che in quel secolo ebbe l’impresa fusoria, come accade nelle recenti edizioni della pur autorevole Guida Rossa del Touring Club Italiano (Firenze 2005) dove, dopo aver presentato il piazzale come “uno degli aspetti urbanisticamente meno riusciti del viale dei Colli”, si sottolinea semplicisticamente come il monumento ne accresca “l’artificiosa solennità”, descrivendolo come “inappropriato ‘pastiche’ composto dalle copie in bronzo del David e delle statue dei sepolcri medicei di S. Lorenzo”.