Sofferente egli stesso di tubercolosi, il medico, patriota e filantropo fiorentino, Giuseppe Barellai costituì nel 1853 a Firenze, nel palazzo del Bigallo, un Comitato per la realizzazione di un centro di cura per i bambini affetti da scrofola. Per la raccolta dei fondi, furono coinvolti vari intellettuali. Viareggio fu scelta come località nella quale costruire l’istituto elioterapico.
Barellai profuse molte energie per favorire la creazione di tali strutture, pubblicando molti articoli e partecipando attivamente ai vari congressi che venivano organizzati nella penisola. L’attività benefica del medico fiorentino è ricordata da una lapide apposta dal Comune di Firenze sulla facciata della sua casa in via de’ Neri.
Il 14 ottobre 1861 fu posta la prima pietra dell’Ospizio di Firenze a Viareggio, in Piazza Mazzini. L’edificio, noto ancora oggi come Palazzo delle Muse, fu terminato nel 1869, realizzato dal più celebre architetto fiorentino del tempo Giuseppe Poggi, l’architetto di Firenze Capitale .
Giuseppe Poggi era infatti legato a Barellai da vincoli di amicizia e di amor patrio dai tempi della battaglia di Curtatone e Montanara, a cui aveva partecipato come ufficiale del corpo del Genio Provvisorio Toscano.
È lo stesso Barellai che spiega il significato del nome: «Questa fabbrica si chiama scherzevolmente fra i confratelli il Palazzo delle Muse, perché il denaro che è stato speso per costruirla è stato specialmente ricavato dalla opera e dai doni dei coltivatori delle arti belle, come architetti, pittori, scultori, musicanti, poeti lirici, poeti drammatici, illustri prosatori» (G. Barellai, Gli Ospizi Marini d’Italia, Firenze, 1867).
Nel 1893 il Palazzo delle Muse fu ampliato raggiungendo una capienza di cinquecento posti letto. Dal 1912 la struttura, che fino ad allora era stata attiva soltanto nel periodo estivo, si trasformò, secondo l’originario progetto di Barellai, in colonia permanente.
La fortuna crescente cui andava incontro Viareggio nei primi anni del Novecento fu causa di polemiche sull’uso dell’area di piazza Mazzini che, a seguito della crescente espansione urbanistica della cittadina, stava acquisendo una posizione centrale. La destinazione della piazza per strutture turistiche cominciava a far breccia fra qualche cinico speculatore privo del sentimento della solidarietà e del rispetto per la sofferenza. Una netta minoranza guardava con enorme fastidio all’iniziativa di Barellai e cominciò a qualificare i fanciulli degli ospizi come “sciancati” e “gobbini” che andavano sulla spiaggia a prendere il sole ed a fare bagni di mare. Barellai raccolse lo scherno e definì “gobbinologia” la materia medica di cui si occupava e “gobbinologi” coloro che la studiavano e la proponevano come cura terapeutica.
Nel 1939, dopo oltre mezzo secolo di attività, l’Ospizio Marino di Firenze fu trasferito al Cinquale, presso Forte dei Marmi, dove fu costruita una grande e moderna struttura, intitolata a Giuseppe Barellai. Nel luglio del 1944, il nuovo edificio fu minato e raso al suolo dalle milizie tedesche. Fra le macerie fu rinvenuto il busto di Giuseppe Barellai, opera dello scultore fiorentino Emilio Zocchi, unico resto materiale dell’ospedale.
Oggi il Palazzo Delle Muse in Piazza Mazzini, dopo essere stato per qualche anno sede di una scuola elementare, ospita al piano terra la biblioteca comunale, al piano primo la GAMC (la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) ed all’ultimo la Fondazione del Carnevale, l’Azienda per il Turismo della Versilia e il Centro Documentario Storico.
Dell’opera invece di Giuseppe Barellai attualmente non resta memoria a Viareggio se non nell’intestazione di una piccola via che divide le costruzioni sul lungomare dagli stabilimenti balneari sulla spiaggia!