Il fantasma di Vittorio Emanuele II è tornato ad aleggiare a Firenze, non certo nelle sue spoglie mortali che riposano in pace dal lontano gennaio del 1978 al Pantheon a Roma, ma nelle forme bronzee del suo monumento, realizzato nel 1890 da Emilio Zocchi e collocato fino al 1932 nel centro di piazza della Repubblica, chiamata in quegli anni appunto piazza Vittorio Emanuele.
Dal 1932 la statua equestre del re è stata esiliata fuori dal centro storico di Firenze alle Cascine in piazza Vittorio Veneto in una posizione defilata, nascosta alla vista oggi dal sottopasso della tramvia.
Recentemente sono state fatte proposte di restauro della piazza della Repubblica e si fa l’ipotesi nell’occasione di riportare la statua al centro della piazza, nel punto d’incrocio del cardo e decumano della Firenze romana.
Gli storici, gli architetti, gli storici dell’arte, i fiorentini si sono subito accapigliati sul senso di questo eventuale intervento: per alcuni un’inutile operazione anacronistica, altri si sono divisi sul valore artistico del monumento, altri a fronte dell’usura e del degrado a causa del turismo di massa e del consumismo commerciale, rivogliono tornare al decoro delle piazze ottocentesche il cui equilibrio spaziale era garantito dalla presenza al centro di una statua di marmo o di bronzo.
Non a caso ancora oggi molti si lamentano dell’assurdo spostamento della statua di Dante, fatto nel 1971, dal centro della piazza di Santa Croce sul sagrato della basilica.
Il ritorno della statua di Vittorio Emanuele al centro di piazza della Repubblica ripristinerebbe pertanto quel corretto rapporto con il grandioso arco dei portici, che verrebbe ridimensionato prospetticamente dalla presenza della statua, come è stato riconosciuto dagli storici dell’architettura, che pure hanno fortemente criticato la ristrutturazione ottocentesca del centro storico di Firenze.
Sempre in merito alla opportuna collocazione di questi monumenti a Firenze nessuno ha mai fatto polemiche sulla sconveniente posizione della statua di Mazzini all’incrocio tra viale Mazzini e viale Matteotti. E’ un’opera realizzata da Antonio Berti negli anni ottanta del Novecento e per come è stata collocata sembra un impettito vigile di bronzo che controlli l’intenso traffico veicolare dei viali!
Torni il re quindi nella piazza in cui fu posta la sua statua nell’Ottocento e si cerchi anche una collocazione più degna al monumento di Mazzini, d’altronde fuori da ogni pregiudizio ideologico gli esiti positivi del Risorgimento si ebbero grazie all’opera concorde di monarchici e repubblicani italiani!