Lungarno di Santa Rosa 2– Firenze
A pochi metri da Porta San Frediano, vicino alle rive dell’Arno, si trova un Torrino che fu eretto nell’ambito dei lavori dell’ultima cerchia di mura cittadine (1282/ 1333). Il Torrino era attestato sul fiume a interrompere la continuità del sistema difensivo, che idealmente prosegue nel fiume con la pescaia e poi riprende dal lato opposto all’altezza della torre del Serpe, ancora esistente in Viale Fratelli Rosselli, vicino a Porta a Prato.
Nei secoli passati questo torrino veniva anche chiamato Torre della Sardigna o Sardinia, ovvero dell’immondizia. Nel 1300, infatti, la spazzatura veniva semplicemente abbandonata in aria aperta, lasciando che gli animali e gli uccelli rapaci la mangiassero o che venisse assorbita dalla terra; il punto di raccolta del sudicio della Firenze dell’epoca era poco dopo la Torre.
Al Torrino di Santa Rosa è addossata una edicola monumentale in pietra forte, realizzata in forme neogotiche nel 1856 su progetto dell’architetto Felice Francolini, che conserva un affresco staccato dei primi decenni del Cinquecento, raffigurante la Pietà con San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, attribuito a Ridolfo da Ghirlandaio e proveniente dal vicino oratorio di Santa Rosa da Viterbo. A ridosso delle mura, infatti, esisteva infatti un piccolo oratorio dedicato a Santa Rosa, annesso ad un antico convento detto di San Guglielmo, entrambi demoliti nel 1743. Del fabbricato restò in piedi solo il tabernacolo che nel 1856 il governo di Toscana fece ricostruire attorno all’affresco esistente, col consenso della famiglia Antinori, proprietaria dell’oratorio demolito. L’opera è stata oggetto di restauro nel 1998, grazie a un finanziamento dei marchesi Antinori