Studioso dei problemi dello sviluppo economico italiano, ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Pisa. Fece parte nel 1950 del gruppo dei giovani storici del PCI, ma nel 1956 fu tra i protagonisti della “diaspora” e seguì il destino politico di Antonio Giolitti, di cui è stato uno stretto collaboratore. All’inizio degli anni sessanta, con i saggi “La formazione di una base industriale in Italia fra il 1886 e il 1914” e “Intorno alle origini del dualismo economico in Italia”, si inserì nel dibattito sull’industrializzazione italiana. Fu consigliere del Comitato Scientifico della “Fondazione Basso” e partecipò attivamente al dibattito politico della Sinistra. Più recentemente è stato commissario dell’Autorità garante per il mercato e la concorrenza; è stato esponente del La Rosa nel Pugno, DS ed ha aderito infine al neo Partito Socialista.
…Ma nel caso di Luciano Cafagna dicendo politica si rischia di usare un termine inadeguato. Infatti, sulla scia di una tradizione italiana rappresentata nel punto più alto da Antonio Gramsci, la sua riflessione in questo campo fu costantemente condotta mobilitando e incrociando un materiale storico grande e multiforme, secondo una passione per la storia che fu senza dubbio la sua più vera e più alta passione. Una passione arricchita, vivificata, dalla grande riflessione sociologica che da Tocqueville andava ad Aron, passando per Weber e Schumpeter. Dobbiamo ad essa gli studi pioneristici sulle origini del dualismo economico italiano e sul nostro sviluppo industriale, così come i preziosi contributi interpretativi circa le vicende che all’inizio degli anni Novanta portarono alla crisi della Prima Repubblica. Le dobbiamo soprattutto un volume su Cavour (passato a suo tempo sotto silenzio e riscoperto solo in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità) che costituisce non solo un’analisi dell’opera del Conte e del complessivo processo di unificazione, visto in tutta la sua contraddittoria complessità, ma che si proietta sull’intera vicenda successiva del Paese, finendo per consegnarci una sorta di sommario dei tratti originari della nostra storia nazionale.
Da un articolo di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera
Autore Luciano Cafagna
Edizione il Mulino Collana “Storica paperbacks”
pp. 256, € 12,00
anno di pubblicazione 2010
“Un libro controcorrente… la brillante monografia su Cavour finisce per tradursi in un appassionato elogio della politica” (Simonetta Fiori)
Il primo miracolo italiano è stata l’Italia stessa e Cavour ne fu il geniale regista. Uomo di cultura economica, politica, amministrativa, e non letteraria, era il più europeo degli italiani del tempo e il meno italiano degli uomini del Risorgimento: e questa fu la sua carta vincente. L’Italia nacque infatti da una volontà di allineamento al progresso europeo. “Virtuoso” e “fortunato” come un eroe machiavelliano, Cavour fu un politico autentico, un grande alchimista di quell’arte che tenta di estrarre l’oro da una combinazione di metalli vili.