Autore Angelo Ventura
Editore Donzelli
Anno 2017
Pag. 218
Prezzo Euro 27,00
L’atteggiamento degli intellettuali di fronte al fascismo è tema complesso e delicato, che tocca i nervi scoperti più sensibili della coscienza nazionale, riluttante a fare i conti fino in fondo con questo inquietante periodo della sua storia». Così scriveva Angelo Ventura – uno tra i più autorevoli storici del secondo dopoguerra italiano – suggerendo, implicitamente, il filo che collega i saggi raccolti in questo volume postumo. Il fascismo infatti ha coinvolto «la responsabilità collettiva di tutto un popolo, ma in primo luogo delle élites intellettuali alle quali i privilegi della cultura e del rango sociale negavano quei margini di innocenza che spettano alla gente comune». Si trattava, per Ventura, di entrare nelle pieghe di quel complesso – e nuovo – rapporto tra cultura e politica di cui il fascismo volle farsi banditore: «Dobbiamo calarci nel clima di un’epoca, comprendere e superare i silenzi, le rimozioni e gli inganni della memoria infelice, con cui due generazioni di intellettuali – la generazione della Grande guerra e del dopoguerra, e quella cresciuta sotto il regime – hanno ripensato la propria esperienza del ventennio fascista». Parole che racchiudono un tema di ricerca, un’indicazione di metodo, un invito ai lettori. Il tema è quello del confine (talvolta mobile) tra fascismo e antifascismo: che si posi su Anna Kuliscioff o Carlo Anti, su Gaetano Salvemini o Silvio Trentin, su Vincenzo Crescini, Eugenio Colorni o Norberto Bobbio, lo sguardo di Ventura è sempre teso a misurare la distanza – o la vicinanza – tra ideologia e azione. L’indicazione di metodo è l’immersione nei contesti attraverso una rigorosa lettura dei testi. Tra il saggio sulla Kuliscioff (1978) e quello su Colorni (2010) passano trentadue anni: ma la passione storica e civile, lo stile limpido ed elegante, l’originalità interpretativa restano immutati. L’invito ai lettori è quello di diffidare della retorica e andare sempre all’origine del problema storico.
Angelo Ventura (1930-2016) è stato professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università di Padova. La sua ricchissima produzione storiografica ha riguardato il Risorgimento e le rivoluzioni del 1848; la storia sociale e politica della Repubblica di Venezia nel Quattro e Cinquecento; le finanze della Repubblica di Venezia nel Settecento; il movimento socialista; il fascismo, le leggi razziali, l’antifascismo e la Resistenza; la crisi degli anni sessanta-settanta e la lunga stagione del terrorismo. Per Donzelli ha pubblicato Per una storia del terrorismo italiano (2010) e Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime (2013).