L’uomo e lo scienziato che ha rivoluzionato le scienze sociali
Alberto Mingardi Sole 24 Ore 9 settembre
Vilfredo Pareto giunge a Losanna nel 1893, prendendo il posto di Leon Walras. Ci arriva «forte di una lunga esperienza di conferenziere ma senza aver mai insegnato». Cerca «di spiegare le cose in modo da essere capito da tutti» e raccoglie da subito più studenti del predecessore: studenti che «sembrano prendere gusto» a ciò che insegna loro ma «quando veggono un’equazione, si spaventano».
A lezione Pareto si rassegna presto a evitare «rigorosamente di discorrere di matematica» e perde poco a poco, mentre le sue classi si fanno più numerose, anche il divertimento di spiegare i «principi scientifici della libertà economica». Per questo, si procura appena possibile qualche aiuto per la didattica e cerca la solitudine per lavorare in pace.
Fiorenzo Mornati racconta l’esperienza svizzera di Pareto, e molto altro, nel secondo volume della sua biografia intellettuale del genio di Céligny: Illusioni e delusioni della libertà (1891-1898). Il precedente ha per titolo Dalla scienza alla libertà.Si tratta di un lavoro di straordinaria importanza, per il quale allo studioso torinese va la gratitudine di tutti coloro che si avvicinano a Pareto. Da una parte, è il resoconto minuzioso e paziente della vicenda scientifica di questo colosso delle scienze sociali.Dall’altra, per la prima volta il complesso, e ricchissimo, percorso biografico paretiano diventa una trama coerente. Pareto, prima che professore, è stato manager, ha provato a fare il politico, ha imbracciato il liberismo come una missione civica prima ancora che come un credo intellettuale.
Descrivere il suo approdo all’economia pura come un ritirarsi dal mondo, reagendo così al fallimento delle sue speranze giovanili, sarebbe riduttivo. Fino agli anni Novanta inoltrati Pareto confidava, in buona sostanza, che l’abolizione dei dazi sul grano nell’Inghilterra del 1846 non fosse un episodio isolato ma aprisse una stagione di libertà in tutt’Europa. Gli eventi presero un corso diverso, le vittorie del libero scambio rimasero provvisorie. Ma, spiega Mornati, le lezioni apprese negli anni di più intensa «propaganda liberista» diventano il chiodo a cui Pareto riesce ad appendere riflessioni più vaste. La sua conoscenza di prima mano dei fatti politici, la crescente insofferenza per cialtroneria e latrocini della classe politica italiana (liberali inclusi), getta con gli anni le basi della sua Sociologia.
La spietatezza nell’autocritica, la generosità con gli amici, il rispetto assoluto per la libertà di parola rendono l’uomo memorabile quanto lo scienziato.