Lettere a Sergio Romano Corriere della Sera 23 settembre
Gradirei conoscere un suo parere riguardo le tesi estreme sostenute dal giornalista pugliese Pino Aprile nel suo ultimo saggio Carnefici, nelle cui pagine si arriva a parlare di genocidio dei piemontesi, durante il Risorgimento, nei confronti delle popolazioni del Meridione italiano. Giuseppe Pollicelli
Caro Pollicelli, Ho visto recentemente «American Outlaws» (fuorilegge americani), un film di Les Mayfield realizzato nel 2001 sulla vita di Jesse James, lo spericolato bandito che svaligiava banche e treni negli Stati americani del Sudovest dopo la fine della Guerra di secessione. Il personaggio appartiene da molto tempo al folklore americano, ma nel film di Mayfield è rappresentato come una sorta di Robin Hood, audace e generoso, sempre in guerra con i magnati dell’Est (i baroni dai denti di acciaio) che strappano la terra ai contadini per costruire una rete ferroviaria destinata a collegare l’Atlantico al Pacifico. Il film è volutamente eccessivo e caricaturale, ma appartiene al filone trasgressivo e revisionista di una cinematografia che ribalta i tradizionali criteri di giudizio. I banditi sono eroi antisistema, le tribù indiane sono vittime dello spregiudicato colonialismo dei bianchi, i grandi industriali sono mostri senza cuore e il potere è sempre corrotto.
Questa tendenza non è soltanto americana. In tutte le maggiori democrazie vengono fatti film e scritti libri in cui il «cattivo» di ieri è l’eroe di oggi, in cui le glorie nazionali del passato sono criticate e contestate. Non è sorprendente quindi che anche in Italia, ormai da parecchi anni, si scrivano libri per dimostrare che la liberazione del Regno del Sud dai «perfidi Borbone» fu una guerra di conquista e che i bersaglieri furono peggio dei lanzichenecchi del sacco di Roma (1527). Ma in Italia il problema è aggravato dal fallimento di tutte le politiche meridionali perseguite dopo l’Unità. I primi governi nazionali peccarono di presunzione e distrazione. Il fascismo credette di risolvere il problema del Sud con la creazione di un impero coloniale. La Cassa del Mezzogiorno fu un progetto nobile e generoso, ma dette risultanti alquanto inferiori alle aspettative. Il regionalismo ha moltiplicato gli sportelli della spesa e le occasioni di lavoro per la criminalità organizzata. I fondi europei sono stati usati soltanto in parte.
In questo quadro, caro Pollicelli, libri come quello di Pino Aprile sono diventati il solo balsamo con cui il Sud cerca di alleviare le proprie sventure. Ma il palleggio delle responsabilità non risolverà mai la questione meridionale. Sergio Romano