via Giusti 29 Firenze
Nel 1987 la Regione Toscana e il Comune di Firenze si accordarono per la creazione di una fondazione col compito di promuovere e diffondere la cultura scientifica e tecnologica attraverso la valorizzazione delle raccolte del Regio Istituto Tecnico Toscano, poi diventato Istituto Tecnico per Geometri Gaetano Salvemini.
L’Istituto Tecnico Toscano fu una prestigiosa scuola tecnica, una delle prime in Italia, fondata intorno al 1835 da Leopoldo II di Lorena per doppio editto firmato il giorno 14 gennaio 1850; con il supporto scientifico del Museo di storia della scienza (oggi Museo Galileo) venne avviato il restauro dei circa cinquantamila pezzi nati come supporto didattico avanzato alla didattica, spaziando dalla chimica alla fisica, dalla geometria alla storia naturale, dalla meccanica alla metallurgia.
Tale raccolta era stata avviata, col nome di “Gabinetto di Fisica“, su iniziativa del primo direttore dell’allora “Istituto Tecnico Toscano” Filippo Corridi, con lo scopo esplicito di “promuovere lo studio delle scienze applicate e il progresso dell’industria, delle arti e dei processi lavorativi”. Il successo delle lezioni di Fisica applicata, insegnata dal 1857 con Gilberto Govi, portò a un costante aumento e aggiornamento della strumentazione necessaria agli esperimenti, che spesso venivano eseguiti in un laboratorio dell’istituto o acquistati dai miglio fabbricanti francesi, tedeschi e inglesi. Anche i successori di Govi (tra cui somno da segnalare Emilio Villari, Antonio Roiti, Adolfo Bartoli, Eugenio Bartoli)), quasi tutti accademici dei Lincei, curarono le raccolte, in particolare proprio con Roiti (1871-1878) il Gabinetto raggiunse l’eccellenza, aggiornandosi alle più avanzate scoperte in fatto di elettricità e ottica, e mantenendo tale livello almeno fino alla prima guerra mondiale.
Oggi al Museo FirST – Firenze Scienza e Tecnica è possibile visitare le collezioni del Gabinetto di Fisica e, su richiesta di piccoli gruppi, ammirare anche le collezioni di Storia Naturale. Il Museo FirST comprende anche la biblioteca istituita nel 1850 da Filippo Corridi con le pubblicazioni tecnico-scientifiche provenienti dall’Accademia di Belle Arti e i preziosi volumi provenienti dalla Biblioteca Magliabechiana
In un’ala al pian terreno dell’istituto originario, è esposta la collezione naturalistica e scientifica, fatta di strumenti, modellini, manufatti e libri. La parte naturalistica cere, tavole di botanica, minerali, fossili e campioni zoologici; quella scientifica, la più ricca, ha modelli e attrezzature per esperimenti di meccanica, fisica, idraulica, ottica, acustica, per lo studio dell’elettricità, della trasmissione senza fili, dell’elettromagnetismo ecc., tutti risalenti al XIX secolo o all’inizio del XX e tutti perfettamente funzionanti. Per la sua ricchezza e varietà, la collezione è un unicuum nel panorama nazionale. Questi macchinari e modelli raggiungono il numero di circa tremila esemplari. Tra gli strumenti più antichi e rari un catetometro di Perreaux un eudiometro di Regnault, una macchina per la liquefazione dei gas di Natterer, un apparecchio ottico di Duboscq per la proiezione di disegni fantascopici, un microscopio di Amici. Molto strumenti servivano anche per produrre l’energia necessaria per gli esperimenti, come le novanta pile di Bunsen, quaranta delle quali erano di produzione fiorentina, fatte dal chimico Carraresi, e cinquanta a Parigi, da Deleuil.
Inoltre la Fondazione gestisce un planetario con la collaborazione dell’Osservatorio astrofisico di Arcetri.