La proposta della professoressa Rosa NicolettaTomasone è finalizzata al riconoscimento della lingua italiana quale elemento e simbolo di unità e identità nazionale
Lettera al Corriere della Sera 2 dicembre 2020
In qualità di presidente del Centro Culturale Internazionale «L. Einaudi» a San Severo, e vicepresidente dell’Itinerario Culturale europeo “Le Vie di Carlo V”, per i 700 anni dalla morte di Dante 2021, propongo all’attenzione delle massime istituzioni il riconoscimento della lingua italiana quale elemento e simbolo di unità e identità nazionale, perché possa essere onorata unitamente alla Bandiera e all’Inno Nazionale.
La lingua italiana è rimasta nei secoli, da Dante ai nostri giorni, comprensibile e viva, ed è da considerare un bene comune da custodire e tramandare alle giovani generazioni, perché anche dal punto di vista linguistico la nostra identità affonda le sue radici in un patrimonio di beni materiali e immateriali che tutti nel mondo ci riconoscono. Questa richiesta è stata avanzata dal ministro Dario Franceschini che così disse «Dante è l’unità del Paese» e da Dante a Machiavelli al Manzoni al De Sanctis tutti sono accomunati dalla consapevolezza che «La lingua italiana è il fattore portante dell’identità nazionale». Già il 21 febbraio 2011 si è svolto al Quirinale, Presidente Giorgio Napolitano, l’incontro «La lingua italiana fattore portante dell’identità nazionale», promosso con la collaborazione dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia della Crusca, dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e della Società Dante Alighieri
Il Centro Einaudi si fa promotore di questa proposta, perché nell’anno delle Celebrazioni dantesche in Italia e nel mondo, la nostra lingua, studiata in tanti Paesi stranieri, possa godere del prestigio che merita.
Rosa Nicoletta Tomasone