Caro Direttore,
grazie della bella analisi di un momento tanto importante per i nostri avi e per la Nazione italiana a cui la Toscana contribuì in maniera tanto determinante, essendo la prima a insorgere per appoggiare l’azione piemontese. ( 27 APRILE. LA FESTA DELL’INDIPENDENZA TOSCANA. » Risorgimento Firenze )
Ma quanti sacrifici nel decennio precedente, quanti in galera, quanti in esilio e perfino la condanna a morte di chi tenne in piedi l’ideale della libertà guardando alla democrazia. Ciò fu specialmente per la parte più sensibile ai valori risorgimentali del popolo, fattore determinante per tenere accesa la fiamma anche nei momenti più difficili, sia durante il periodo dell’occupazione austriaca della Toscana, dal maggio 1849 ai primi di gennaio 1855, sia anche dopo quando non mancarono i metodi repressivi. Se fu una rivoluzione di velluto fu anche per la saggezza dei militari toscani che non obbedirono a chi intendeva chiamarli a una repressione sanguinosa. Grazie poi per la bella analisi della tematica autonomista anche in relazione alle ben misere motivazioni che nei nostri tempi hanno rozzamente declinato un termine, il federalismo, che, nelle diverse versioni che tu indichi, aveva nobili presupposti.
Cari saluti
Fabio Bertini