E’ appena uscito un libro di Massimo Viglione , cattolico tradizionalista, “1861. Le due Italie. Identità nazionale, unificazione, guerra civile”, in cui si attacca il Risorgimento
Gesù non era rivoluzionario però separò religione e politica Benedetto XVI
Libera chiesa in libero stato Cavour
E’ appena uscito un libro di Massimo Viglione , cattolico tradizionalista, “1861. Le due Italie. Identità nazionale, unificazione, guerra civile”, in cui si attacca il Risorgimento “…mai l’Italia fu amministrativamente e politicamente unita dalla preistoria al 1861… invece dal momento della sua esistenza solo la Chiesa si dette la missione di tenere insieme le torri e campanili d’Italia e quindi fu di fatto non solo l’anima dell’italianità, ma anche l’unico concreto elemento unificatore delle popolazioni preunitarie : sarebbe stato logico che la stessa Chiesa avesse promosso il processo di unificazione nazionale”. Invece la storia fu diversa. Ed allora Viglione fa una requisitoria contro il Risorgimento a partire dall’ingresso di Napoleone in Italia nel 1796 fino al 1861 con toni ed espressioni forti, talora brutali, nei confronti di molti protagonisti del passato risorgimentale. Un esempio : La spedizione dei Mille fu una guerra di conquista effettuata con tradimenti, calunnie,, corruzione e stragi e voluta da Vittorio Emanuele II, uomo scaltro, privo di scrupoli, indifferente al fatto di essere stato scomunicato, sebbene cattolico praticante. Altrettanto forte è la parte del libro dedicata alla storia del conflitto del nuovo stato unitario contro la chiesa dopo il 1861: leggi d’esproprio dei beni ecclesiastici, abolizione di ordini religiosi, chiusura di seminari, conventi, monasteri, persecuzione nei confronti di preti e vescovi. E’ vero , in quegli anni ci fu uno scontro aspro tra il Regno d’Italia e la Chiesa di Roma, ma la storia degli uomini non è stata mai un processo indolore ed in particolare i momenti rivoluzionari avvengono sempre con “lacrime e sangue”. La stessa chiesa nella sua secolare esistenza ha conosciuto il sangue dei primi martiri cristiani, ma ha anche visto le lacrime dei condannati alle torture e al rogo dall’Inquisizione ai tempi della Controriforma. I vertici della Chiesa non condividono certo le posizioni di Viglione : già Paolo VI nel 1961 giudicò provvidenziale la Breccia di Porta Pia a sanzionare la fine del potere temporale dei Papi ed a conferma della fine dei pregiudizi antirisorgimentali il 17 marzo il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, ha celebrato una messa solenne a Santa Maria degli Angeli a Roma, in presenza degli arcivescovi di tutte le regioni italiane in onore dell’Unità d’Italia. Un’obiezione va comunque fatta nei confronti dei cattolici ,quelli di Comunione e Liberazione in particolare , che guardano con nostalgia agli anni in cui la Chiesa aveva una sovranità politica forte e riconosciuta : se l’Italia di oggi fosse unita in nome di Papa Re, non farebbe parte del consesso delle nazioni europee , tra cui quelle cattoliche come la Spagna e la Francia, ma suo malgrado sarebbe apparentata ai regimi teocratici come l’Iran,con le conseguenze nefaste di uno scontro tra fondamentalismi religiosi contrapposti.