Caro Direttore,
ho letto con molto interesse e condivisione l’editoriale di febbraio. Giusto ricordare che il Risorgimento fu anche acquisizione della cittadinanza per chi non l’aveva mai avuta piena (e qualche volta per niente) a causa dei fondamentalismi religiosi che aleggiano sempre purtroppo sulla testa dell’umanità e che sono duri ad essere superati, oltre che per gli usi sociali che Cattaneo descrisse molto bene nelle “Interdizioni israelitiche”. È dunque opportuno ricordare il fenomeno delle leggi razziali che furono in Italia anche sottrazione della cittadinanza a una parte del paese che aveva contribuito al Risorgimento e, in Europa, negazione della stessa anima umana gettata nell’abisso della barbarie cui purtroppo molti nostri contemporanei – soprattutto per ignoranza o per mala fede – sembrano guardare con qualche interesse.
Queste giornate di rievocazione, della memoria come quella del ricordo a proposito delle foibe, dovrebbero non esaurirsi nelle 24 ore mediatiche che le consegnano a discorsi di circostanza, ma essere parte di una perenne mobilitazione liberata dagli interessi di parte a sostegno della civiltà che le barbarie delle discriminazioni come tutti gli eccidi e le persecuzioni irragionevoli hanno violato e, purtroppo, continuano a violare.
Grazie dello scritto. Cari saluti,
Fabio Bertini