Fino al 20 marzo alla Fondazione Ragghianti , Via S. Micheletto 3, Lucca, la mostra sull’amicizia tra lo scrittore e il critico toscano. Dalla militanza nella Resistenza al cinema, dalla pittura a «Cristo si è fermato a Eboli»
Simone Dinelli Corriere Fiorentino 19 dicembre 2021
L’amicizia pluridecennale fra il critico e storico dell’arte lucchese Carlo Ludovico Ragghianti e il pittore, scrittore e politico Carlo Levi, raccontata attraverso opere, lettere, documenti, fotografie e filmati. Sono questi il senso e il contenuto della mostra che fino al prossimo 20 marzo sarà visitabile all’interno del complesso di San Micheletto, nel centro storico di Lucca: Levi e Ragghianti, un’amicizia tra pittura, politica e letteratura.
Carlo Levi Ritratto di Ragghianti 1944
Un rapporto, quello fra i due, fondamentale per entrambi e che si intensificò a Firenze durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza, soprattutto dopo che Levi nel 1941 trova rifugio clandestino nella casa di Anna Maria Ichino in piazza Pitti, dove scrive il romanzo Cristo si è fermato a Eboli, cui è dedicata una sezione della mostra. Non è però soltanto la politica, nelle file del Partito d’Azione, a unirli, ma anche una condivisa sensibilità per il patrimonio artistico del Paese. L’interesse di Ragghianti nei riguardi di Levi pittore è da far risalire al 1936, quando lo inserisce nel suo articolo dedicato alla pittura italiana contemporanea; e nel 1939 recensisce sulla rivista La Critica d’Arte la mostra a New York.
La mostra e il catalogo offrono una testimonianza del significato dell’amicizia fra Ragghianti e Levi, anche alla luce della loro formazione culturale. Un aspetto interessante e nuovo presentato è quello del comune interesse dei due per il cinema:
Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film, disegna il manifesto di Accattone di Pier Paolo Pasolini, e dagli anni Cinquanta in poi, a Roma, diventa un ritrattista ambito da molti personaggi del mondo del cinema, da Silvana Mangano ad Anna Magnani, da Franco Citti allo stesso Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Tutti questi ritratti sono presenti in mostra, insieme con quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda. Oltre ai documenti, la mostra presenta un nucleo di quasi cento opere di Carlo Levi mirato a ricostruire anche la cerchia di intellettuali e amici cui i due appartenevano — Eugenio Montale, Giovanni Colacicchi, Paola Olivetti, Aldo Garosci e altri — con l’aggiunta dei ritratti di personaggi dei quali entrambi avevano stima, come Italo Calvino e Frank Lloyd Wright. «Le opere in mostra — sottolinea il curatore Bolpagni — sono quelle che Ragghianti selezionò ed espose durante la sua vita. La mostra, oltre a ricostruire gli eventi e le circostanze della loro amicizia e i punti di interesse comune, mette in luce la loro formazione culturale comune. Tutte opere che siamo riusciti a portare qui grazie alla collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, al contributo del Gabinetto Vieusseux di Firenze e ad alcuni collezionisti privati».
Per info e orari: www.fondazioneragghianti.it.