Sabato 27 agosto in omaggio con il Corriere della Sera il primo libro sulle grandi figure femminili
Si comincia dalle scienziate. Ci pare un ottimo argomento per il lancio di avvio di una collana di libri dedicata alle donne nella storia. Se è pur vero, infatti, che l’universo femminile, con i suoi valori e i suoi diritti, con la sua presenza in vari ambiti qualificati, fatica ancora ad emergere uscendo dall’ombra, raccontare le donne di scienza mette a fuoco uno «specifico regime di esclusione» femminile ancora più duro rispetto al raggiungimento di altri traguardi. Ma, per contro, ne svela anche i successi, attraverso le citazioni e le analisi delle opere di astronome, filosofe, matematiche, fisiche, chimiche, biologhe, informatiche, astrofisiche.
L’ingegno di Minerva. Brillanti scienziate dall’antichità ad oggi è il titolo del volume di Letizia Giangualano, proposto in omaggio come prima uscita della collana «La storia delle donne», in edicola sabato 27 agosto con il «Corriere della Sera».
Osserva Barbara Biscotti nell’introduzione alla serie: «La presenza delle donne negli ambiti scientifici è ancora significativamente minoritaria e lo spettro osceno di una pretesa minor inclinazione “naturale” delle stesse per le materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (le cosiddette Stem) viene tuttora spesso agitato con noncuranza». Aggiunge: «I dati statistici dicono che oggi c’è ancora molta strada da fare in proposito, a partire dal modo in cui i bambini e le bambine vengono educati sin da piccoli secondo stereotipi di genere e dalla pressione socioculturale persistentemente esercitata sulle ragazze, per approdare ai problemi presentati da un mercato del lavoro fortemente discriminatorio specie in quei settori».
Le donne di scienza, dunque. Se l’aver ricevuto il premio Nobel è un dato significativo (e lo è) per misurare la «visibilità» femminile, ecco che l’autrice dell’opera nelle prime righe va al punto: «Nell’edizione 2021 del Nobel nessun premio è stato assegnato a ricercatrici in ambito scientifico». Strano? «No. È la conferma — nota Giangualano — di una tendenza generale che parla chiaro da quando venne istituito nel 1901. Sono 58 le donne premiate fino ad oggi, a fronte di 975 medaglie assegnate, il 4 per cento del totale. E i numeri scendono ancora se consideriamo le scienziate: 24 donne premiate (25, dato che Madame Curie ne ha vinti due) in centovent’anni…Il comitato del Nobel è maschilista? O ci sono meno scienziate che scienziati?». Le donne, in effetti, rappresentano meno del 30 per cento di tutti gli scienziati del mondo. «Questa ingiustizia è il riflesso della società in cui viviamo. Abbiamo ancora molto lavoro da fare», ha affermato Goran Hansson, segretario dell’Accademia reale svedese. Intendiamoci, i tempi sono molto cambiati «da quando Agnodice, ginecologa e ostetrica, si travestiva da uomo per studiare medicina. Lo racconta l’astronomo Igino, e pare che il fatto sia avvenuto nell’Atene del IV secolo avanti Cristo, quella di Platone, Aristotele, Ippocrate». E a proposito di medicina, non è casuale che alle origini dell’interesse delle donne vi fu la ginecologia. «Dalla letteratura storica e drammatica si ricavano alcune informazioni sul pudore e l’empirismo della guarigione dalle malattie nel mondo femminile», rileva l’autrice de L’ingegno di Minerva. In sostanza, la difficoltà delle donne ad affidarsi a specialisti maschi.
Giangualano, quindi, indica esempi virtuosi della ginecologia femminile. Agli inizi del XII secolo spicca il nome di Trotula de Ruggiero, attiva fra le dottoresse della Scuola Salernitana (Mulieres Salernitanae), un’anomalia tra i luoghi di cultura dell’epoca. Scrisse importanti trattati di ostetricia e ginecologia, rimasti in uso nei secoli successivi.
L’excursus sul percorso delle scienziate, dal passato ai tempi nostri, è ricco di racconti sulle figure femminili, alcune note, altre meno. Da Elena Lucrezia Corner Piscopia, nobildonna veneziana, prima laureata italiana (1679), all’entomologa tedesca Maria Sybilla Merian, prima scienziata a documentare il ciclo di vita degli insetti. Nel 1699 intraprende una spedizione scientifica in Sud America per studiare gli insetti tropicali. Altri nomi: Maria Gaetana pubblica Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, primo manuale di matematica scritto da una donna (1748); la paleontologa inglese Mary Anning scopre il primo ittiosauro completo (1811); la fisica e chimica Marie Sklodowska Curie è la prima donna a ricevere un Nobel, per la Fisica, nel 1903, e raddoppia nel 1911. Nel 1943 l’informatica americana Grace Hopper partecipa alla creazione del primo computer digitale. Nel 1986 Rita Levi Montalcini riceve il premio Nobel per la Medicina. E avanti fino al 2020, anno in cui le biochimiche Jennifer Doudna (americana) ed Emmanuelle Charpentier (francese) ricevono il Nobel per la Chimica. È solo un assaggio di ciò che il volume propone.
Marisa Fumagalli 24 agosto Corriere della Sera