Primato, decadenza, eccezione.
In 14 saggi si esplora l’attitudine a leggere la vicenda del Bel Paese come il passaggio da uno stato di preminenza a una condizione di ritardo o arretratezza
A cura di Francesco Benigno, Ennio Igor Mineo
Editore Viella
Anno 2020
Pag. 428
Prezzo € 32
Si può scrivere, oggi, una «storia d’Italia»?
È ancora possibile immaginare unitariamente il passato della penisola, dal medioevo a oggi? È sempre più difficile rispondere a queste domande. I rivolgimenti successivi al 1989 hanno cambiato in profondità la prospettiva sulla storia del paese. La «provincializzazione» dell’Italia, e dell’Europa tutta, emerge con grande nitidezza. Cosa rimane allora delle rappresentazioni storiche che precedono quel lungo tornante, così profondamente segnate da una meditazione sofferta sull’ambigua eccezionalità della storia italiana, e sul suo contraddittorio ingresso nella modernità? La storiografia, in Italia come altrove, ha scomposto il canone nazionale, facendo i conti sia con la prospettiva della globalizzazione sia con le sfide identitarie imposte dalla memoria pubblica. L’obiettivo di questo libro non è quello di effettuare una sorta di bilancio storiografico, ma di provare a capire cosa possa significare, in un quadro del genere, una possibile «storia d’Italia» del nostro tempo.
Francesco Benigno, nato a Palermo nel 1955 insegna Storia moderna presso la Scuola Normale superiore di Pisa.
Ennio Igor Mineo(Palermo 1959) insegna Storia medievale presso l’Università di Palermo. Si occupa di storia sociale e istituzionale nel basso medioevo