Il libro di Marco Pizzo, Editore Mondadori, 2011.
La fotografia racconta il Risorgimento attraverso la storia della fotografia: con questa originale prospettiva Mondadori pubblica, nell’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’evento, un libro di Marco Pizzo, direttore del Museo Centrale del Risorgimento di Roma, sugli avvenimenti storici che portarono all’Unità d’Italia.
A metà dell’Ottocento la fotografia stava muovendo i primi passi e fu proprio in questi anni, documentando luoghi di battaglie e volti dei protagonisti del Risorgimento, che sperimentò tecniche e innovazioni e divenne mezzo indispensabile per la cronaca dei fatti, testimonianza storica e insieme strumento di propaganda.
Il libro svela dunque, insieme a immagini che sono rari documenti storici, che la famosa fotografia di Garibaldi ferito a un piede in Aspromonte nel 1862 è un falso, in cui un sosia posa al posto del nostro condottiero. O che lo stivale forato dalla pallottola diviene una reliquia laica e che la nota immagine della presa di Porta Pia è frutto di un abile fotomontaggio ideato per dar maggior enfasi drammatica all’evento. O ancora che I Mille, fotografati uno ad uno in formato tessera, furono protagonisti del primo album di figurine.
Non a caso il volume apre con un’interessante introduzione sulla tecnica fotografica di documentazione storica seguita da accurate e preziose sezioni sui primi reportage: i luoghi simbolo del Risorgimento, come le vedute di campi di battaglie, ma anche i ritratti ufficiali e insoliti di soldati, di “eroi” e di alcune protagoniste femminili che utilizzarono la fotografia in modi decisamente anticonvenzionali e scandalosi (come nel caso della Contessa di Castiglione o di Maria Sofia di Borbone). Garibaldi per primo comprese la portata rivoluzionaria del nuovo mezzo fotografico e ne seppe sfruttare con efficacia la potenzialità comunicativa, attraverso i suoi numerosi ritratti in posa che lo fecero diventare un’icona popolare rafforzandone la connotazione eroica. Ma anche Mazzini, ad esempio, fu molto attento alla propria immagine pubblica, facendosi fotografare sempre vestito di nero in segno di lutto per l’oppressione subita dal Paese.
Lo stivale di Garibaldi è un omaggio al Risorgimento in cui si riscopre quindi come l’approccio rivoluzionario alla realtà da parte della fotografia si accompagnò a questo momento con l’intento di costituire l’immagine della nuova Italia unita: il ritratto di una nazione.
Lo stivale di Garibaldi
Il Risorgimento in fotografia
Autore Marco Pizzo
Formato cm 19 x 25
Pagine 216
Illustrazioni 180
Prezzo € 35,00
Editore Mondadori