Dopo gli ultimi casi di corruzione nel nostro Paese sui giornali, in tv e nei social network si dà sempre di più una immagine apocalittica della situazione politica italiana, si chiedono corsi di etica pubblica nelle scuole, si condannano in blocco le elite economiche ed imprenditoriali, si invoca una palingenesi morale della nostra società.
Se si scoprono reati di un politico o di un semplice cittadino vanno giudicati in sede penale e se provati sanzionati nel rispetto delle leggi vigenti e nella tutela dei diritti degli accusati; i processi vanno fatti nei tribunali e non nelle piazze mediatiche.
E soprattutto le parole d’ordine della politica devono tornare a toccare le questioni cruciali della vita pubblica: dal lavoro allo sviluppo economico, dalla sanità all’ambiente, dalla cultura alla scuola; non devono essere sostituite da slogan moralisti e demagogici!
“Onestà”, gridavano i sostenitori di Grillo ai funerali di Casaleggio.
Ma che cosa è, in concreto, l’onestà politica?
“L’onestà politica non è altro che la capacità politica: come l’onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze”.
Lo scriveva nel 1931 in “Etica e Politica” Benedetto Croce.