Il principio di separazione Stato e religioni è il sempreverde innestato da Cavour. di Raffaello Morelli, edito da Edizioni ETS Pisa, 2011.
L’anniversario dell’Unità d’Italia coincide con quello del lancio da parte di Cavour del principio di separazione tra Stato e religioni. Un’occasione da afferrare per riflettere sulla necessità di rendere questo principio un principio istituzionale chiave. Sperimentalmente, è l’unico sistema adatto ad inquadrare la diversità nella convivenza tra cittadini, producendo un maggior grado di libertà e di benessere materiale.
Il problema affrontato in questo libro non è perciò cosa ciascun cittadino voglia essere, se credente o no e di quale confessione e cultura. È come convivere meglio, alla luce dell’esperienza, tra cittadini diversi, credenti, non credenti e di molte culture. La risposta al problema è il principio separatista, da cui segue la laicità delle istituzioni. Che, di fatti, non serve a far prevalere una convinzione specifica spingendo i cittadini ad essere identici e nelle mutue relazioni statici. Serve a fondare la convivenza sulla sovranità dei diversi invece che sull’autorità di un potere. Così da usufruire del loro spirito critico, delle loro iniziative, delle loro relazioni innovative e da evolvere nel tempo.
La laicità delle istituzioni si affida a regole civili della convivenza tolleranti degli altri ed estranee ad ogni pretesa di imporre una visione unica religiosa (da qui la piena libertà di religione). Il principale collante della convivenza è accettare la comune prova dei fatti, poiché ciò che non è provato, senza prova può anche essere negato. Alla conciliazione tra la laicità del sistema e le convinzioni religiose, personali e manifestate in pubblico, provvede l’affiancare alla libertà di religione la neutralità istituzionale in materia di religioni.
L’Italia, quanto a laicità, è un’anomalia nel mondo evoluto. È importante che la cultura laica prenda l’iniziativa sul piano civile per portare al principio di separazione ed evitare che la fede divenga la fonte legislativa. Obiettivo che hanno invece i veri avversari del principio separatista, i “cattolici chiusi”, i quali, per conservarsi un ruolo terreno di mediazione, cercano di porre sullo stesso piano lo Stato e le organizzazioni religiose.