Esposizione delle foto da giovedì 1 ottobre a sabato 31 ottobre nel Cortile delle medicherie dell’ospedale di Santa Maria Nuova, dalle 9.30 alle 17
Le foto illustrano il periodo che va dagli anni Trenta del secolo scorso a quando Firenze fu sconvolta dall’alluvione. Foto in bianco e nero, dunque, di una stagione che è lontana ma non lontanissima, di tempi che sono molto diversi da quelli di oggi, di usi e abitudini che non ci sono più. Ritraggono e ricostruiscono la vita e il lavoro nell’ospedale di Santa Maria Nuova in quell’arco di tempo di circa 40 anni.
L’esposizione è curata da Esther Diana, Marco Geddes da Filicaia e Erika Ghilardi
Santa Maria Nuova, a Firenze il nuovo ‘ospedale museo’
Firenze Today 26 giugno 2014
Un complesso che spazia su una superficie di oltre 36 mila metri quadrati, si sviluppa in 144 mila metri cubi, parte di fronte alle Oblate proprio dietro al Duomo, costeggia tutta via della Pergola, si affaccia in piazza Brunelleschi e sbuca in via degli Alfani.
Quasi 2.400 metri quadrati la piazza con la visione dell’intero porticato progettato dal Buontalenti, il quale non poté vederne nemmeno l’avvio, di cui si fece invece carico nel 1611 Giulio Parigi e fu terminato definitivamente, come lo si può vedere ora, solo nel 1960. Adiacente la sede centrale della Cassa di Risparmio di Firenze disegnata da Giovanni Michelucci sul lato ovest.
La restituzione della piazza restituisce anche gli affreschi appena restaurati di Antonio Cercignani, detto il Pomarancio, databili tra il 1613 e il 1616 che si possono ammirare nel lato est del porticato sui quali si erano accumulate le ferite del tempo e dell’inquinamento.
Percorso museale progettato per offrire a tutti le oltre 700 opere d’arte che nel corso dei secoli sono state raccolte a Santa Maria Nuova. L’ospedale, venne inaugurato da Folco Portinari, che donò una cospicua somma per la realizzazione, era il padre della Beatrice dantesca. Da quel 23 giugno 1288 sono passati 726 anni.
“La consacrazione di Sant’Egidio”, un affresco del 1424 di Bicci di Lorenzo staccato nel 1957 dalla facciata della Chiesa di Sant’Egidio sarà la prima cosa che vede chi entra nell’ospedale di Santa Maria Nuova dal nuovo salone d’ingresso collocato dove un tempo c’era la radiologia. Saranno esposti anche “L’incoronazione della Vergine”, una terracotta datata 1424 di Dello Delli, e numerose altre opere – arredi sacri, piviali, tonacelle, reliquiari e suppellettili religiose che testimoniano lo spirito del luogo per molti secoli attento tanto alla cura dell’anima quanto a quella del corpo.
L’affresco di Bicci di Lorenzo è attualmente in fase di restauro in una stanza contigua alla hall che sarà il bookshop dove, accanto a materiale illustrativo del patrimonio storico e artistico dell’ospedale, si troveranno anche i prodotti “cosmetici” realizzati nel laboratorio galenico dal quale escono creme, pomate, unguenti, medicinali destinati a pazienti affetti da malattie rare.
Altre opere saranno esposte nel soppalco che domina la hall, tra cui un affresco di Gherardo del Fora e Francesco Brina, la Sinopia dell’affresco di Bicci, le tele raffiguranti gli Spedalinghi, cinque crocefissi realizzati tra il XIV e il XVII secolo tra cui uno attribuibile ai Sangallo, nonché un tabernacolo di Bernardo Rossellino con formella di Lorenzo Ghiberti.
Le sale dove queste e altre opere vengono esposte in seguito saranno collegate da un passaggio che conduce alla chiesa di Sant’Egidio e alle stanze della direzione dell’Azienda sanitaria di Firenze per le quali sarà prevista la visita nei giorni festivi.
Questo è solo il primo nucleo del percorso museale che verrà completato entro il 2014 e potrebbe comprendere anche la Sala della Spezieria al piano terra, con le scaffalature realizzate nel 1783 dove raccogliere i reperti che testimoniano il volto scientifico del luogo: vasi da farmaci, brocche per acque salutifere e vetrerie.
L’accesso definitivo alla parte museale avverrà dalla porta che sotto al loggiato, a fianco della chiesa di Sant’Egidio, conduce nel sottosuolo dove si trovano le vasche in pietra nelle quali la leggenda vuole che Leonardo da Vinci tra il 1505 e il 1507 abbia eseguito alcuni dei suoi celebri disegni anatomici, e più probabilmente, invece, venivano usate dalla famiglia Portinari per la tintura dei tessuti.
In quest’area si ipotizza che in futuro vengano esposti anche gli affascinanti strumenti chirurgici e le dotazioni mediche del passato che il Centro di documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità ha pazientemente raccolto ed attualmente si trovano ancora nel vecchio ospedale di San Giovanni di Dio, in Borgo Ognissanti.
Nel salone di ingresso, a fianco del nuovo portale in acciaio, ci sono due nicchie, nelle quali verranno inserite due sculture realizzate dagli studenti dell’ultimo anno dell’Accademia di Belle Arti di Firenze che ha indetto un concorso per l’assegnazione di una borsa di studio finalizzata appunto alla realizzazione delle due opere. I bozzetti dei partecipanti al concorso verranno esposti in una mostra.
Nella prima stanza a sinistra, appena entrati dal nuovo ingresso di Santa Maria Nuova, sarà possibile trovare anche i “magici” prodotti galenici che vengono prodotti nell’Antica Farmacia dell’ospedale, dove già nell’antichità frati e suore realizzavano unguenti, pozioni, tisane servendosi delle portentose piante officinali coltivate nel Cortile delle medicherie.
Non ha mai smesso di funzionare il laboratorio nel quale, seguendo antiche ricette, per secoli si sono messi a punto medicamenti e altri prodotti a metà strada tra salute e cosmesi. Ancor oggi produce una serie di preparati alcuni dei quali saranno appunto messi in commercio nel Bookshop dell’ospedale, a fianco del catalogo con le opere d’arte conservate a Santa Maria Nuova o di altre gadget gestiti da una apposita Fondazione che è in fase di costituzione. Il laboratorio galenico di Santa Maria Nuova produce cosmetici o farmaci da banco eredi di un’antica tradizione: dalle creme idratanti al “cerato di Galeno” più fluido di quello tradizionale al gel all’arnica usato nei disturbi di natura infiammatoria.
Il Laboratorio galenico di Santa Maria Nuova realizza anche alcuni “farmaci orfani”, quei medicinali troppo costosi da metterli in produzione, o consumati da troppo pochi pazienti per avere sufficienti margini di profitto che pertanto non sono ordinariamente in commercio. Sono per lo più farmaci indicati nella cura delle malattie rare, vale a dire quelle che le statistiche dicono colpiscono una persona ogni duemila.
Con la restituzione di piazza Santa Maria Nuova alla città viene ripristinato anche il fontanello in bronzo che, in un angolo davanti alle Oblate, fa sgorgare acqua potabile: un apprezzato refrigerio per il viandante di passaggio dinanzi all’Ospitale.
È uno dei pochi rimasti nel centro cittadino e il suo ritorno in funzione restituisce il sapore originario del luogo, l’ospitale, ovvero sia il luogo di ospitalità per l’ospite, il viandante, per chi era di passaggio. Si trova nell’angolo di destra della piazza, dove si accede al punto prelevi dell’ospedale, sostanzialmente di fronte all’ingresso della biblioteca delle Oblate. È stata Publiacqua a ripristinarlo collegandolo all’acquedotto potabile.