Il Museo delle Porcellane è ospitato dal 1973 nella Palazzina del Cavaliere del sec. XVIII sulla sommità del Giardino di Boboli, al centro del Giardino delle Rose che si affaccia sul Forte del Belvedere con una bellissima vista sul panorama delle colline di Firenze.
Raccoglie le collezioni soprattutto di porcellane da tavola delle case regnanti che si sono succedute a Palazzo Pitti, dai Medici ai Lorena, compresa la dinastia dei Borbone – Parma con Maria Luisa granduchessa di Toscana e la sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, alla quale appartiene il famoso servito di Sèvres donato dall’augusto fratello nel 1810.
La prima sala presenta porcellane della Real Fabbrica di Napoli comprendenti una serie di busti in biscuit, raffiguranti personaggi dell’antichità classica, riproduzioni dagli scavi di Ercolano, diciotto figurine riproducenti le “vestiture” del Regno di Napoli, due “dejeuner” decorati l’uno con motivi all’egizia, l’altro all’etrusca . La Manifattura di Doccia fondata dalla famiglia Ginori nel 1737 fornì costantemente ai Granduchi di Lorena serviti giornalieri di cui sono esposti esemplari tipici in porcellana fiorita con motivi a mazzetto o a tulipani, motivo questo ispirato alla porcellana cinese della cosiddetta “famiglia rosa”. Non mancano pezzi dell’Ottocento come le deliziose tazzine con le vedute delle piazze fiorentine eseguite a Doccia su modelli di litografie del francese Benoit, tra cui la riproduzione del Duomo prima del rifacimento della facciata, di Piazza Signoria e dello stesso Palazzo Pitti, con i rondò terminati alla metà del secolo dall’architetto fiorentino Pasquale Poccianti.
La porcellana francese è rappresentata da esemplari della fabbrica di Vincennes sorta nel 1740 e trasferita a Sèvres nel 1756 sotto la diretta proprietà del re Luigi XV. Essa è caratterizzata da varie tonalità color pastello. Tipici alcuni vasi da fiori con scene ispirate a Boucher , e singolari e uniche nel loro genere quattro alzate per ostriche costituite da 18 ciotole a forma di conchiglia provenienti da Parma e appartenute a Luisa Elisabetta di Borbone figlia di Luigi XV re di Francia. Nelle due vetrine centrali risalta il servito di Elisa Baciocchi per l’entrée e il dessert eseguito a Sèvres tra il 1809 e il 1810, donatole da Napoleone dopo l’investitura del granducato di Toscana.
La seconda sala presenta un ricco nucleo di porcellane di Vienna, pervenuto a Pitti dai granduchi lorenesi Pietro Leopoldo, che mantenne costante il rapporto con la capitale viennese e Ferdinando III di Lorena, appassionato collezionista di porcellane e in particolare dei serviti ‘solitaire’. Risalta il servito con tazze e vassoi decorate da vedute di Vienna e il servito da caffè con decorazioni trompe l’oeil a finto legno.
Nella terza sala sono esposte le porcellane di Meissen e di altre manifatture tedesche. Nella vetrina verso la finestra risaltano le due burriere a forma di tartaruga , una teiera a forma di gallo e la tazza da brodo con scene ispirate a una commedia di Molière appartenuti probabilmente alla collezione di Gian Gastone dei Medici che aveva sposato Maria Amalia, figlia del grande elettore di Sassonia Augusto II il Forte creatore della prima fabbrica europea di porcellana. Del primo periodo della fabbrica di Meissen sono anche i pezzi decorati con motivi cinesi come lo splendido vaso con tralci d’uva e foglie dorate a rilievo. Merita attenzione la serie di statuine di porcellana con personaggi in costume quali dame, musici, putti, giardinieri e altri derivati dalla commedia dell’arte come l’Arlecchino che ispireranno la manifattura di Capodimonte a Napoli.
Orari di apertura
Da lunedì a domenica
Ore 8,15 – 16,30 nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio
Ore 8,15 – 17,30 nel mese di marzo
Ore 8,15 – 18,30 nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre
Ore 8,15 – 17,30 nel mese di Ottobre in coincidenza con il cambio da ora legale a ora solare
Ore 8,15 – 19,30 nei mesi di giugno, luglio, agosto
L’ultimo ingresso è sempre un’ora prima della chiusura.
Chiusura: primo e ultimo lunedì del mese, Capodanno, 1° maggio, Natale.