Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali Via Quattro Novembre 94 Roma
4 febbraio 2021/ 30 maggio 2021
In occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte ai Mercati di Traiano è stata aperta al pubblico fino al 30 maggio 2021 la mostra “Napoleone e il mito di Roma”, un’esposizione curata da Claudio Parisi Presicce, Massimiliano Munzi, Simone Pastor, Nicoletta Bernacchio.
Suddivisa in tre macro-sezioni, la mostra si concentra sul rapporto tra la figura di Napoleone e la Roma Imperiale, continua fonte di ispirazione per celebrare la sua magnificenza e quella della sua famiglia. Tra sculture, dipinti, stampe, medaglie, gemme e oggetti di arte cosiddetta minore – provenienti dalle Collezioni Capitoline nonché da importanti musei italiani ed esteri, la mostra celebra dunque Napoleone e questa sua pratica di una sorta di archeologia delle immagini del potere, attraverso il recupero meticoloso e spregiudicato di simboli, figure e concetti del passato.
La prima sezione evidenzia il rapporto tra Napoleone e il mondo classico, attraverso l’esposizione di opere antiche e moderne di eccezionale valore storico, che illustrano il percorso biografico di Napoleone e, allo stesso tempo, i suoi modelli e riferimenti culturali. Tra queste il gesso di Louis Rochet per la statua di Napoleone cadetto a Brienne (inizialmente visibile attraverso una riproduzione fotografica) dal Musée d’Yverdon et Région (Yverdon-les-Bains), il bronzo raffigurante Alessandro Magno a cavallo dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il grande bronzo di Lorenzo Bartolini raffigurante Napoleone I Imperatore, dal Louvre. La macro-sezione si chiude con la morte e l’apoteosi di Napoleone, considerato un eroe antico ma anche un santo e un taumaturgo, in continuità con i re del medioevo francese, come raffigurato nel celebre dipinto di A.J. Gros, Il generale Bonaparte visita gli appestati di Jaffa, presente in mostra attraverso l’incisione di A.C. Masson, proveniente dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio.
La seconda macro-sezione è dedicata al rapporto di Napoleone con l’Italia e Roma. Di particolare interesse il gruppo scultoreo di Pacetti Napoleone ispira l’Italia e la fa risorgere a più grandi destini, dal Castello di Fontainebleau, e due ritratti di Napoleone da Milano (Galleria d’Arte Moderna e Palazzo Moriggia-Museo del Risorgimento). La sezione è completata da un approfondimento sullo scavo della Basilica Ulpia. Incisioni di Giuseppe Vasi, Angelo Uggeri, Giovan Battista Cipriani e disegni e dipinti dal Museo di Roma, nonché – eccezionalmente esposti per la prima volta – i tre progetti redatti nel 1812 da Giuseppe Valadier e Giuseppe Camporese e conservati all’Accademia di San Luca, illustreranno le tappe che portarono alla scoperta delle strutture della Basilica Ulpia e di importanti reperti scultorei, come le statue di Daci, esposte nella collezione permanente del Museo, riunite per la prima volta a sculture provenienti dall’area e oggi conservate nei Musei Vaticani.
La terza macro-sezione approfondisce alcuni aspetti relativi alla ripresa di modelli antichi nell’arte e nell’epopea napoleonica, come ad esempio quello dell’aquila romana. Nell’approccio all’Antico fu fondamentale per Napoleone la Campagna d’Egitto, raccontata attraverso alcune opere, come la stampa di Girardet dal Museo Napoleonico di Roma, raffigurante Il generale Napoleone Bonaparte alle Piramidi, e la statuetta in bronzo di C.J. Meurant dal Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts di Ajaccio: Bonaparte su un dromedario. Dall’Egitto a Babilionia, sulle orme di Alessandro Magno: il percorso è celebrato nella mostra con cinque lastre del fregio con Il Trionfo di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, nella versione conservata nei Musei Civici di Pavia e derivata dal fregio eseguito dal celebre scultore per il Palazzo del Quirinale nel 1812. Lo sguardo su Roma riporta al modello per antonomasia: la Colonna Traiana che fu d’ispirazione per la realizzazione, tra il 1806 e il 1810, della Colonna Vendôme a Parigi.
Chiude la mostra il celebre dipinto Napoleone con gli abiti dell’incoronazione di François Gérard, del 1805, conservato ad Ajaccio, nel Palais Fesch-Musée des Beaux-Arts.